I grandi fallimenti – Citroën C3 Pluriel
Sembra facile…
Innanzitutto perché la possibilità di trasformare la Pluriel in una cabrio, una spider, un pick-up roadster o in spider a due posti trafficando con tettuccio rigido ripiegabile e montanti asportabili richiedeva un dottorato in ingegneria meccanica. E, anche riuscendoci, l’idea stessa della Pluriel era fallata, giacché nessuno in Citroën aveva pensato ad un apposito vano in cui riporre le parti asportate. Ecco quindi che chiunque avesse avuto intenzione di fare un viaggio in configurazione cabrio doveva, nell’eventualità di improvvisi acquazzoni, trovare il modo di procurarsi lungo tutto il percorso le parti asportate e lasciate a casa. O rinunciare in partenza alla configurazione cabrio. Oppure rinunciare al viaggio stesso.
Un progetto che fa acqua
È vero che all’epoca dei fatti il modello di marketing a cui tutti i brand si ispiravano era quello di Ikea, ma un’auto è una cosa diversa da una libreria Billy. Sia perché l’assemblaggio della Billy è davvero facile, sia perché la C3 Pluriel era afflitta da una magagna non da poco: la giuntura tra il tettuccio asportabile ed il parabrezza fisso aveva problemi di accoppiamento, il che causava gocciolamenti d’acqua nell’abitacolo. In definitiva la C3 Pluriel è un esempio di eccessivo ricorso al benchmarking, anche perché qualora avesse avuto successo, invece che erodere quote di mercato di brand concorrenti, avrebbe semmai cannibalizzato le vendite di 5 modelli della stessa Citroën. Non proprio geniale.