Avversaria dichiarata della Porsche 911, la Dino 246 GT era l'evoluzione naturale della 206 GT in termini tecnici e estetici
Secondo il celebre designer Frank Stephenson, la Dino 246 GT è stata una delle auto più belle prodotte dalla Ferrari nella sua lunga storia. L’apprezzamento è netto, per la purezza e la semplicità delle forme. Non si può negare, effettivamente, la bellezza senza tempo della creatura di Aldo Brovarone. La Dino 246 fu prodotta in diverse versioni sia con carrozzeria coupé sia spider (GTS) dal 1969 fino al 1973, ottenendo un ottimo successo commerciale e di critica. Ma senza cavallino Ferrari, visto che sul cofano era installato lo stemma con la firma ‘Dino’.
Dino 246 GT famosa grazie alla tv
La vettura fu spinta nella sua notorietà anche dalla serie tv ‘Attenti a quei due’, nella quale la 246 veniva spinta a eseguire inseguimenti rocamboleschi. E ovviamente ci fu qualcuno a portarla in pista. Ma buona parte della sua aura leggendaria fu acquisita già in sede di presentazione, al Salone di Ginevra del 1969, quando fu mostrata come erede della 206 GT. Esteticamente le modifiche erano state poche, mentre meccanicamente la nuova arrivata montava un motore da 2,4 litri con una potenza dichiarata di 195 cavalli. Rispetto all’antenata, la Dino 246 GT era più lunga di 60 millimetri in termini di telaio, mentre per la carrozzeria la differenza arrivava a 85 millimetri.
Avversaria della Porsche 911
Le versioni prodotte
Furono prodotte tre versioni differenti: la L, costruita fino al 1971, che manteneva il fissaggio a gallettone delle ruote; la M del 1971 con nuovi cerchi in lega con fissaggio a 5 bulloni e, gomme 205/70 VR 14, freni a disco ATE e interni maggiormente rifiniti; la E del 1972 che montava carburatori Weber doppio corpo DCNF/13 e paraurti leggermente più spigolosi. Con la versione E fu introdotta sul mercato anche la GTS.