Huawei

Così Huawei vuole diventare una big dell'auto elettrica

L'azienda adotta una strategia basata sulle collaborazioni con tante Case già esistenti. Cosi si cresce più in fretta

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Huawei sta facendo sul serio con l’auto elettrica. Il debutto nel settore della mobilità del colosso cinese dell’elettronica di consumo è tutt’altro che un capriccio. È lì che l’azienda crede ci sia la più grande opportunità di crescita.

La cosa che fa più notizia, però, è un’altra. In un’epoca in cui tante realtà hi-tech si cimentano con il mondo dell’auto, cavalcando la rivoluzione elettrica e digitale che sta animando il settore, Huawei fa parlare di sé per la strategia che ha deciso di mettere in atto. Vediamo di cosa si tratta.

L’unione fa la forza

Uno dei maggiori ostacoli per una startup automotive è rappresentato dalla produzione su larga scala. Ci sono aziende che stanno provando a fare tutto da sole, incontrando non poche difficoltà. E ci sono aziende che invece stanno stringendo partnership e costruendo una rete di collaborazioni proprio per arrivare in fretta sul mercato con un numero adeguato di vetture.

così huawei vuole diventare una big dell'auto elettrica La Aito M7, SUV da 5.02 metri di lunghezza

Huawei ha scelto questa seconda strada, addirittura stringendo accordi con più di un gruppo automobilistico. L’esordio è stato con il SUV Aito M7 realizzato in collaborazione con Seres: un successo quasi insperato, fatto di 80.000 ordini nei primi 50 giorni. Poi è stata la volta di Changhan Automobile, con cui Huawei ha dato vita alla coupé di lusso Avatr 12, e di Chery Automobile, dalla cui unione è nata la berlina Luxeed S7.

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La Luxeed S7, prodotta in collaborazione con Chery

Una formula ormai collaudata

In tutti i casi, Huawei ha fornito la propria tecnologia: principalmente sistemi operativi dedicati alle auto e software per la guida autonoma. Gli analisti concordano nel dire che il gradimento del brand Aito sia da imputare almeno per il 50% al fatto che Huawei è garanzia di modernità e affidabilità.

A questo si è aggiunto il fatto che l’auto, venduta a un prezzo di circa 250.000 yuan (32.000 euro) fosse esposta e acquistabile nei negozi Huawei, dove i clienti si recavano già ad acquistare telefoni cellulari, tablet e quant’altro. L’accoglienza della Avatr 12 è stata un po’ più tiepida, con 12.000 vetture vendute in 12 mesi, ma l’auto ha anche un prezzo diverso: 340.000 yuan, pari a 43.650 euro circa.

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Gli interni della Avatr 12

La strategia multi-partner di Huawei spaventa altre Case automobilistiche, che preferiscono non stringere accordi per paura di essere fagocitate dal colosso di Shenzen. Tra queste c’è SAIC, che preferisce avviare altri tipi di partnership.

Anche se non priva di ostacoli, la politica di Huawei sull’auto elettrica si sta mostrando vincente per una serie di motivi che vanno oltre alla possibilità di sfruttare gli stabilimenti e le competenze in fatto di produzione di Case automobilistiche più strutturate. Così facendo, l’azienda non si espone totalmente in modo diretto, riducendo i rischi imprenditoriali e riuscendo a restare in piedi anche nel caso una o più d’una di queste collaborazioni dovessero finire male.

Fotogallery: Avatr 12 (2024)

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