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Chi sono - e cosa fanno - i Map Editor di Waze?

Volontari da tutto il mondo che aggiornano costantemente le mappe di Waze, testano le nuove release e aiutano quotidianamente gli automobilisti

chi sono - e cosa fanno - i map editor di waze?

14 agosto 2018. Crolla il ponte Morandi. Una tragedia ben impressa nella mente di tutti gli italiani, a stravolgere le vite di tanti e la viabilità di Genova e dintorni. Una viabilità che, dopo appena 20 minuti, su Waze era già stata modificata chiudendo il viadotto autostradale e le vie limitrofe.

Un intervento quasi immediato che non ha richiesto il lavoro di stuoli di programmatori della Silicon Valley, ma un coordinamento a livello locale tra i cosiddetti Map Editor, stuolo di volontari che quotidianamente aggiornano le mappe di Waze e che hanno dato vita al “Waze Crisis Response”, servizio che aiuta gli automobilisti a evitare tragitti lungo luoghi dove si sono verificati disastri naturali o altri tragici eventi.

Ma chi sono i Map Editor di Waze e come si diventa uno di loro?

Parola d’ordine: crowdsourcing

O, per dirla in italiano citando Wikipedia: sviluppo collettivo di un progetto – in genere su base volontaria, o su invito – da parte di una moltitudine di persone esterne all’azienda ideatrice. Il “segreto” (che segreto non è) di Waze è tutto qui: una comunità di 150 milioni di utenti al mondo che quotidianamente, tramite anche semplici segnalazioni inviate tramite app, segnalano eventuali problemi lungo il tragitto che stanno percorrendo.

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Ma se di utenti ce ne sono quindi decine e decine di milioni, di Map Editor ce ne sono molti (ma molti) meno. E Waze è nelle loro mani. Costruiscono, modificano, migliorano e custodiscono le mappe del navigatore online. E se tutti noi possiamo essere dei Wazer (semplici utilizzatori), per diventare “maestri” delle mappe ci vuole un qualcosa in più. Prima di tutto passione e tempo.

Come hanno fatto i due Map Editor che ho incontrato in quel di Google (che di Waze è proprietaria). E non due Map Editor qualunque: Silvio, il wazer numero uno al mondo (numero uno su, ricordiamo, circa 150milioni di utilizzatori in 185 Paesi del Globo), e Riccardo, anche lui ai vertici della comunità mondiale di Waze. E proprio quest’ultimo ci ha raccontato di tutto quello che è stato fatto in occasione della tragedia del ponte Morandi.

L’importanza dei contatti

Uno dei plus della comunità di Waze è infatti rappresentato dai rapporti che Waze permette di creare tra le persone: i Map Editor infatti hanno la responsabilità di determinate zone, che coccolano come fossero loro figlie, coordinando altre persone per suddividersi il lavoro. Proprio questi rapporti hanno fatto la differenza nella mattina del 14 agosto 2018: Riccardo all’epoca infatti aveva la responsabilità delle mappe liguri e uno dei suoi contatti, caso vuole, faceva il volontario in Croce Rossa.

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La mappa di Waze subito dopo il crollo del ponte Morandi

Croce Rossa avvertita in tempo reale del crollo del viadotto: corsa sul posto per soccorrere i feriti e avviso a Riccardo sull’accaduto. Tempo di trovare un pc, collegarsi all’editor delle mappe e “chiudere” ponte Morandi e vie limitrofe, dando quindi agli automobilisti in zona indicazioni alternative. Il tutto, come detto, in 20 minuti. Ben prima che le agenzie di stampa dessero la notizia.

Questo naturalmente è solo uno dei tanti esempi di come lavorano quotidianamente i Map Editor che, in maniera completamente volontaria e gratuita, tengono d’occhio tutto ciò che accade sul territorio e lo riportano su Waze. Un lavoro che negli anni ha portato a creare contatti con Comuni e Forze dell’Ordine, per segnalare per tempo eventuali chiusure di strade dovute a eventi sportivi, lavori o altro.

Come si diventa Map Editor?

Prima di tutto bisogna essere utenti Waze iscritti. Poi ci si collega all’editor delle mappe, basati sulla cartografia di Google Maps, si guardano i tutorial su YouTube e si può iniziare. E allora via a disegnare la mappa, tracciare e dare i nomi alle strade non ancora presenti, segnalare eventuali sensi unici e il mondo di Waze inizia a prendere forma. Il tutto naturalmente – durante i primi tempi – sotto il controllo di tutor specializzati chiamati a guidare il lavoro di mappatura, correggendo eventuali errori. Un inizio comune a tutti.

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“Avevo sentito parlare di questa applicazione, l’ho scaricata e nella zona dove abito – vicino a Pavia – guardo la mappa e non c’era niente. Mi sono informato e sono capitato sul forum di Waze [oggi ci sono anche gruppi Facebook e chat su Slack, ndr] e ho scoperto che le mappe si potevano effettivamente costruire” ci ha raccontato Riccardo. Esperienza comune a tutti i primissimi utilizzatori di Waze.

Modifica che ti modifica aumentano esperienza e punti, si sale di livello e si diventa autonomi, con maggiori responsabilità. Si parte quasi sempre a lavorare sulla zona in cui si vive, arrivando anche a coordinare gruppi di persone per aggiornare mappe dall’altra parte del Mondo. Come Silvio, che negli anni ha gestito le mappe di Africa, Cina, Iran e Turchia.

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Sempre più ricco

Al crescere della mappatura aumentano anche le funzioni presenti in Waze. Se prima infatti il navigatore permetteva “solamente” di andare dal punto A al punto B effettuando il tragitto più veloce (che è ben diverso da quello più breve), con la possibilità di segnalare ingorghi, lavori stradali e presenza di Forze dell’ordine, negli anni si sono aggiunte numerose funzionalità.

Dai distributori di carburante (attualmente sono mappati per il 95% in Italia) con tanto di prezzi (presi direttamente dall’osservatorio del Ministero) a vari negozi, passando per la pianificazione – con indicazione dell’orario migliore per partire – e le colonnine di ricarica pubblica, individuabili inserendo l’icona della spina elettrica nel box della ricerca.

E proprio all’auto elettrica si rivolgerà uno dei prossimi grossi aggiornamenti di Waze, previsto per i primi mesi del 2023. Per ora però bocche cucite su cosa ci sarà.

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