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BYD: «Contattati dal governo per produrre in Italia». Sindacati scettici

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BYD: «Contattati dal governo per produrre in Italia». Sindacati scettici

Il colosso cinese BYD è stato contattato dal governo italiano come parte degli sforzi del Paese per attrarre un secondo produttore di automobili oltre a Stellantis. “Abbiamo alcuni contatti per discuterne”, ha rivelato Michael Shu, amministratore delegato di BYD Europe, in un’intervista a Bloomberg al Salone Internazionale dell’Automobile di Ginevra. La necessità di un secondo stabilimento europeo “dipende dalle nostre vendite: ora stiamo facendo ottimi progressi”, ha aggiunto Shu. BYD, che nel 2023 ha superato Tesla come più grande produttore di veicoli elettrici al mondo, ha confermato a dicembre i piani per costruire una fabbrica in Ungheria.

Il governo della premier Giorgia Meloni ha in programma di attrarre una nuova grande casa automobilistica in Italia dopo che Stellantis ha segnalato che potrebbe spostare parte delle attività in Paesi a basso costo. I produttori, infatti, sono sotto pressione negli sforzi nella transizione ai veicoli elettrici, i cui prezzi di vendita sono ancora molto più alti rispetto alle auto con motore a combustione.

Il ministro dell’Industria Adolfo Urso, continua Bloomberg, ha detto a febbraio che l’arrivo di un secondo produttore è “un progetto su cui stiamo lavorando da mesi con colloqui significativi con partner stranieri”. Byd ha confermato i piani per costruire una fabbrica in Ungheria per contribuire ad aumentare le vendite nella regione. “È troppo presto per dire quando e se verrà presa una decisione su un secondo”, ha detto Shu, dato che BYD punta a costruire la propria rete di fornitura locale in Ungheria come parte degli sforzi per ramificare la presenza in Europa.

“Vogliamo andare il più in profondità possibile” con la catena di approvvigionamento locale, ha continuato Shu. “Tutto ciò che facciamo è per la localizzazione”. La mossa ha sollevato la prospettiva di un ulteriore concorrente per le case automobilistiche nazionali europee, in particolare per Volkswagen, Stellantis e Renault che servono il segmento competitivo del mercato di massa.

L’investimento di BYD in Ungheria, arrivata appena pochi mesi dopo che l’Ue ha annunciato un’indagine sui sussidi statali ai produttori cinesi di veicoli elettrici, potrebbe aiutare l’azienda ad evitare ulteriori tariffe di importazione. Il produttore ha collaborato all’indagine, ha rilevato Shu sul punto: “Disponiamo di forti prodotti, tecnologie e flessibilità nella gestione della catena di fornitura”, ha affermato il manager, per il quale “in base ai fatti, non credo che il successo dell’azienda in Europa derivi dai sussidi”.

“L’eventuale arrivo di un secondo produttore di massa in Italia sarebbe sicuramente una buona opportunità occupazionale e industriale. Tuttavia i risultati nel migliore dei casi si vedrebbero dopo anni e, quindi, occorre focalizzarsi sul rilancio dell’industria già presente nel nostro paese in modo prioritario”. Così Gianluca Ficco, segretario nazionale della Uilm commenta i contatti tra la cinese BYD e il governo italiano. “E’ giusto agire contemporaneamente sull’esistente e aprirsi nuove prospettive” aggiunge Ficco.

Samuele Lodi, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile del settore mobilità, ha ricordato che “da anni la Fiom-Cgil evidenzia la criticità tutta italiana di avere un solo costruttore. Questo ha determinato negli anni un progressivo impoverimento del settore automotive dovuto al progressivo disinvestimento di Fca prima e Stellantis poi. La produzione di autovetture in Italia deve puntare al milione in termini di volumi, oltre ai 300mila veicoli commerciali leggeri. Per traguardare l’obiettivo Stellantis deve investire per garantire stabilimenti e occupazione e il governo deve promuovere strumenti per garantire la transizione del settore con attenzione anche a tutto l’indotto ed anche per attirare nuovi costruttori. Questa è l’unica strada per garantire la salvaguardia dell’industria dell’automotive in Italia”.

BYD ha presentato domenica la sua auto più costosa, una supercar completamente elettrica ad alte prestazioni da 1,68 milioni di yuan (215mila euro) che si contrappone alle lussuose opzioni termiche offerte da rivali come Ferrari e Lamborghini.

Si chiama Yangwang U9 e sarà inizialmente destinata esclusivamente al mercato cinese, ha dichiarato l’azienda nel corso di un evento trasmesso in diretta streaming a Shanghai. L’auto può raggiungere i 100 km/h in 2,36 secondi e la velocità massima di 309,19 km/h.

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