Auto, Renault batte Stellantis. I veicoli a benzina rimangono i più diffusi: in Italia male l’elettrico
Stellantis cresce meno di Renault
Nei singoli mercati, l’Acea evidenzia aumenti del 51% in Spagna e del 19% in Italia, accompagnati da una crescita dell’8,8% in Francia. La Germania registra invece una contrazione delle immatricolazioni del 2,6% su base annua. Sul fronte produttori, Renault vince la sfida delle immatricolazioni. La casa automobilistica guidata dall’ad Luca De Meo accresce le vendite del 25%. Seguono Nissan (+21%), Toyota (+13%), Volkswagen (+11%), Hyundai (+3,1%) e Stellantis (+0,9%). Segno meno invece per le tedesche Mercedes-Benz (-7,4%) e Bmw (-10%).
I mezzi solo elettrici
Le immatricolazioni di auto elettriche e ibride guadagnano una quota di mercato del 9,5% e del 26%. I veicoli a benzina rimangono però quelli più diffusi, con una porzione di mercato del 37,9%. Nel dettaglio, le immatricolazioni delle auto con motore elettrico a batteria (Bev) crescono del 22,9%, per un totale di 71.984 vetture e una quota di mercato del 9,5% (era dell’8,6% nel gennaio 2022). La maggior parte dei mercati europei contribuisce all’aumento, a eccezione di Germania (-13,2%), Svezia (-18,5%) e Italia (-8,7%). «Nel nostro Paese le previsioni per le auto elettriche restano improntate al pessimismo anche perché gli incentivi prenotabili dal 10 gennaio sulla piattaforma del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sono molto poco richiesti», commenta Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor.
Gli ibridi
I veicoli a benzina e diesel
Nonostante lo stop nell’Ue alle auto inquinanti dal 2035, a gennaio crescono del 12,3% le immatricolazioni di auto a benzina. Sale pertanto la quota di mercato al 37,9% dal 37,6% del gennaio 2022, con tutti i mercati che riportano un aumento: Spagna (+59,4%), Italia (+15,5%), Francia (+11,9%) e Germania (+3,5%). Per contro, rallentano le consegne di auto a diesel, in calo dell’1,6% nonostante il notevole aumento delle immatricolazioni in Italia (+21,4%) e Spagna (+19%). La quota di mercato scende così del 2%, dal 17,9% al 15,9%. (riproduzione riservata)