Avanti e indietro con camion a benzina: l’ipocrisia green della Ue
Quarta Repubblica nella puntata di ieri sera è andata a fare le pulci all’Unione Europea e ha scoperto tutta l’ipocrisia europea. Di giovedì pomeriggio, come spesso accade, l’Europarlamento si svuota: deputati con la valigia fanno rientro nei collegi di appartenzenza. Eppure, in barba al risparmio energetico utile a salvare il pianeta, tutte le luci restano rigorosamente accese. Gli spazi espositivi vuoti? Luci accese. Ristoranti senza commensali? Tutto illuminato. La zona degli uffici dei partiti “verdi”? Lampadine che vanno a più non posso. Ci sarà un motivo se nel 2023 il Parlamento Ue spenderà 42milioni di euro in consumi energetici, quasi il triplo dello scorso anno. E guai a trovare colonnine per la ricarica elettrica nei garage.
Il paradosso più grande però è un altro. Il parlamento europeo infatti ha due sedi: una a Bruxelles e l’altra a Strasburgo, raggiunta in massa da funzionari, parlamentari e collaboratori una volta al mese per la sessione plenaria. Per questo trasferimento, ogni parlamentare riempie uno scatolone di plastica che lascia fuori dall’ufficio: qui passano i fattorini che li ritirano, li caricano sui 8 camion (si presume a benzina) che partono alla volta di Strasburgo. Sono 430 chilometri, sei ore di viaggio, 109 milioni di euro e 19mila tonnellate di Co2 prodotte. Capite la follia?