Matteo Togninalli, capo degli ingegneri di pista di Ferrari, ha commentato il debutto di Oliver Bearman in Formula 1 al fianco della Scuderia
Un grande weekend per la Scuderia Ferrari è da poco terminato. Al Gran Premio dell’Arabia Saudita il giovane talento della Ferrari Driver Academy, impegnato in Formula 2 con Prema, ha avuto modo di debuttare in Formula 1 a soli 18 anni e 10 mesi, segnando un vero e proprio record per la Scuderia. Stiamo parlando di Oliver Bearman, chiamato nella giornata del venerdì al Jeddah Corniche Circuit a sostituire Carlos Sainz, operato d’urgenza di appendicectomia. Con meno di un’ora a disposizione nelle FP3, l’inglese è riuscito a conquistare l’11esima casella di partenza della griglia della gara saudita, conclusa in settima posizione con i primi punti iridati in massima categoria. Al fianco di Bearman per tutto il weekend, fin dall’arrivo nel paddock di F1, c’è stato Matteo Togninalli, capo degli ingegneri di pista del team di Maranello, che tornato in sede ha così commentato le prestazioni della giovane pilota.
“Oliver in Arabia Saudita in veramente poco tempo, essendo stato chiamato solamente prima delle FP3, è riuscito a ricevere tutte le informazioni più importanti per gara e qualifiche. In un weekend di gara la parte più difficile è riuscire a concentrarsi sulle cose da fare e con lui ci siamo focalizzati sulle basi, ottimizzando il miglior giro per le qualifiche e prepararlo alla gara. Quindi gli abbiamo spiegato di focalizzarsi sulle gomme, non tanto sul suo miglior giro cercando di fare il meglio possibile, e sul come gestire la gara, partendo dalle procedure di partenza, i pit stops e come tornare in pista in sicurezza, molto complicati quando c’è traffico. Tutto il minimo delle informazioni necessarie per un weekend di gara. Abbiamo evitato di scendere nei piccoli dettagli per ottimizzare senza sopraffare”.
“Avere un pilota giovane in pista con poca esperienza in Formula 1 è una sfida perché è la nostra è una categoria molto impegnativa anche fisicamente date le velocità in accelerazione che si raggiungono, molto più elevate rispetto alle altre categorie. Altro aspetto che dobbiamo considerare è la pressione. Correre in Formula 1 anche per il pilota più forte nel mondo con tutti che ti osservano non è una cosa da poco. Tutto il team, ingegneri e meccanici, ha cercato di mantenerlo concentrato sulle cose da fare nel weekend, molto importante per evitare problemi in pista. In Formula 1 ci sono stati aspetti da considerare, anche fisici perché le gare sono lunghe ed abbiamo visto com’era stanco al termine, ma era felice e questo è l’importante”.
“Avere un pilota di riserva in auto durante un weekend di gara è ovviamente, come in questo caso con veramente poco tempo a disposizione, è una sfida perché come team abbiamo dovuto decidere cosa fare a lavoro in pista già iniziato. E’ stato fatto un grande sforzo dall’intero team per supportarlo. Quello che cambia è che solitamente quando lavoriamo con il pilota ufficiale ci sono tante cose che sappiamo già come affrontarle, senza dover spiegare nei minimi dettagli. Con Oliver abbiamo dovuto fare una lista con le cose più importanti da fargli imparare, quindi abbiamo dovuto gestire molto altro tenendo il tutto sotto controllo. Alla fine del weekend tutto è andato per il meglio e il risultato di Ollie è stato fantastico senza ombra di dubbio”.
“Ollie mi ha sorpreso la prima volta in pista a Fiorano ad ottobre 2023. Scese per la prima volta in un giro a bordo di una monoposto di Formula 1, c’erano anche la mamma e il papà nel garage con noi, e lui, nonostante anche la pista fosse nuova, era già pronto a spingere. Ha molto talento per essere un ragazzo di soli 18 anni, non me lo sarei mai aspettato. Un altro aspetto è il suo essere molto calmo e concentrato. Niente panico è veramente molto importante. Penso che avrà un bel futuro e potrà raggiungere tutto quello che verrà”.