Perché Sainz sempre davanti a Leclerc con la Ferrari 2024
Viva la modestia di un ragazzo, senza contratto per il 2025, che bussa alla porta della Red Bull: «Sono veloce e libero, questo la gente ormai lo sa». Leclerc lo sa, eccome. Tre volte su tre dietro al compagno nonostante la bella rimonta, partiva ottavo, costruita su una gestione esemplare delle gomme che ha permesso di effettuare un pit-stop in meno degli altri. Il duello finale fra i due con il sorpasso dello spagnolo, dotato di coperture fresche, era un fake: «È stato facile lasciarli liberi di lottare — spiega Fred Vasseur— erano su due strategie diverse». Il confronto è soltanto rimandato con soli quattro punti (a favore del monegasco) a separarli, altri numeri invece evidenziano la crescita della Rossa 2024 e la sua polivalenza: 69 punti in più del 2023 (+130%) , quattro volte su quattro i ferraristi sono stati votati «piloti del giorno». Fra questi il baby Ollie Bearman, un altro indizio sulla facilità di guida della SF-24. Già, ma allora perché Leclerc soffre tanto nella ricerca del giro veloce?
È un mistero da risolvere in fretta, la prossima corsa a Shanghai (assente dal calendario dal 2019, un’altra epoca della Formula 1) avrà ben due qualifiche grazie al format Sprint. «Dovrei essere contento — ammette Charles — per come ho concluso, ma non posso. Per due Gp di fila ho faticato in qualifica, ed è una cosa che non mi è quasi mai successa nella mia carriera, perché la velocità mi veniva naturale. Adesso dovrò lavorare duro per capire come riscaldare meglio le gomme, non sono preoccupato». Serviranno riunioni con gli ingegneri, analisi dei dati, piccole modifiche allo stile di guida se necessarie.
Per provare a insidiare la Red Bull nel titolo costruttori (in quello piloti Max pare imprendibile), aggredendo Perez, è necessario che gli aggiornamenti previsti per Imola funzionino ma c’è bisogno anche di un miglior rendimento al sabato. Vasseur ha sempre una parola di soccorso per il suo pupillo: «Charles è un combattente, è fortissimo sul giro secco, e tornerà presto. Sa di dover migliorare, ma anche noi dobbiamo perfezionare l’approccio alle qualifiche». È una Ferrari che studia, in assenza di rivali: Hamilton a 50’’ da Verstappen, simbolo del disastro Mercedes. Se potesse glielo toglierebbe subito il volante a Sainz.