Tesla vola. Scommessa vinta da Musk che ha scelto Zhu come numero 2?
Zhu sembra essere l’uomo che «risolve problemi», per citare il Mr. Wolf di Pulp Fiction. Un ruolo delicatissimo in una fase assai spinosa per il numero 1. Musk da ottobre è alla prese con la grana Twitter. Lui ha cercato il controllo della app di microblogging e lo ha ottenuto a caro prezzo. Oltre ai 44 miliardi di dollari per l’acquisizione, una spinta importante al ruzzolone del titolo Tesla, sceso da un top di 1,3 miliardi di dollari a 350 milioni nel corso del 2022. Per non dire del suo patrimonio personale, crollato di ben 200 miliardi in pochi mesi, facendogli perdere lo status di uomo più ricco al mondo e forse il tocco magico.
Il titolo Tesla è partito bene nel 2023: +13% e solo nella seduta odierna +8. Tuttavia Musk è stato sommerso di critiche nei mesi scorsi e soprattutto nelle ultime settimane. Molti investitori gli hanno attribuito buona parte delle responsabilità sul calo di Tesla, anche sul piano della reputazione, viste le sue intemerate su Twitter. Così il tycoon ha puntato su Zhu. Nato in Cina e in possesso di un passaporto neozelandese, Zhu è entrato a far parte di Tesla all’inizio del 2014 per aiutare a costruire la sua rete Supercharger, quella delle ricariche ultraveloci. In precedenza, ha contribuito a fondare una società di consulenza ingegneristica internazionale che offriva servizi agli appaltatori cinesi che desideravano espandersi all’estero. Ha conseguito una laurea in commercio in tecnologia dell’informazione presso la Auckland University of Technology e successivamente si è laureato al programma MBA presso la Fuqua School of Business della Duke University.
Nel luglio dello scorso anno, è stato promosso ulteriormente per supervisionare tutta la Tesla Asia Pacific mentre la casa automobilistica si espandeva in Thailandia, Hong Kong e Singapore. Il team cinese di Zhu ha anche ricevuto elogi da Musk lavorato 24 ore su 24 per mantenere operativa la fabbrica di Shanghai durante i lockdown dovuti alla pandemia. Negli ultimi 12 mesi, straordinariamente difficili, l’impianto è stato sottoposto ad aggiornamenti per aumentare la capacità produttiva a 1 milione di auto a batteria all’anno. Le oltre 710mila vetture prodotte da Tesla in Cina lo scorso anno hanno rappresentato circa il 52% della produzione mondiale dell’azienda (1,3 milioni).
L’etica del lavoro di Zhu si è espressa in tutta la sue evidenza durante il lockdown: è rimasto nello stabilimento quando sono state introdotte per la prima volta le restrizioni, dormendo in fabbrica con un ristretto gruppo di dipendenti del personale di sicurezza, che si è assicurato che la struttura non fosse violata. Rimase per tutti i due mesi in cui Tesla gestiva un sistema di produzione a circuito chiuso con i lavoratori riportati a operare in un ambiente bolla che li isolava dal mondo esterno. I pochi video di YouTube e i resoconti dei media in lingua locale in cui appare Zhu lo mostrano totalmente dedito a Tesla: è quasi sempre vestito con un pile marchiato Tesla. Vive in un appartamento in affitto sovvenzionato dal governo con due camere da letto a circa 10 minuti di auto dalla fabbrica, costo meno di 2.000 yuan (300 dollari) al mese. La maggior parte della sua famiglia vive a Pechino, a circa 1.200 chilometri.
«La cultura dell’azienda non è quella di sprecare risorse e tempo in cose fantasiose e senza senso», ha dichiarato Zhu in una recente e rara intervista video con PCAuto, un sito web locale di recensioni. «Concentra la tua energia e le tue risorse principali in ciò che conta davvero. Non abbiamo un’enorme organizzazione amministrativa. Prenota i biglietti da solo, prendi il tuo cibo da solo. Tutti ci sono abituati e questa è un’espressione di vera uguaglianza».
Uguaglianza che si esprimerebbe anche nel rapporto con il ceo. Durante una call sugli utili nell’aprile 2019, Musk aveva affermato che i progressi nello stabilimento di Shanghai erano «una testimonianza dell’eccezionale capacità del nostro team sul campo. Ricevo quotidianamente e-mail con una dozzina di foto da Tom Zhu, che guida il programma Gigafactory». E Zhu, da parte sua, ha garantito che tutti possono contattare anche il grande capo. «Certo, in Cina non sono solo io che posso comunicare con Elon. In realtà a tutti i nostri dipendenti, puoi chiedere a caso a chiunque in questa fabbrica, è permesso contattare Elon. Tutti conoscono l’e-mail di Elon e possono rispondergli direttamente».