Alla fine, molti degli oltre due milioni di clienti che hanno prenotato il Tesla Cybertruck potrebbero non vederlo mai. Il marchio americano, infatti, ha inizialmente consentito a persone provenienti da tutto il mondo (o quasi) di piazzare un pre-ordine per il pick-up elettrico, bloccando le prenotazioni in Cina ed Europa solo nel maggio del 2022. In Italia, per esempio, il costruttore propone ai clienti solo di “ricevere degli aggiornamenti” e non è attualmente possibile depositare i 250 dollari di caparra. Questo, probabilmente, perché il costruttore potrebbe non proporre sul nostro mercato la sua nuova creatura, non solo per motivazioni di mercato, ma anche per questioni omologative. Del resto, l’amministratore delegato Elon Musk non ha mai parlato di commercializzare il Cybertruck al di fuori dei confini americani.
“Non omologabile nelle sue forme attuali”. Come già detto in passato, le forme visionarie del pick-up potrebbero rappresentare un problema in termini di crash test, soprattutto a livello di protezione degli utenti deboli della strada, come pedoni e ciclisti. Un dettaglio che nelle ultime ore è tornato alla ribalta su molte testate internazionali, ma che in realtà non è una vera novità. A tal proposito, subito dopo il Delivery Event del 30 novembre, in Germania hanno fatto scalpore le dichiarazioni di Barend Wolf, capo del dipartimento per la tecnologia dei veicoli del Consiglio tedesco per la sicurezza del traffico (Deutschen Verkehrssicherheitsrat), che ha confermato l’impossibilità di omologare per il mercato europeo il Cybertruck, quantomeno nel suo design corrente: “A nostro parere, il Tesla Cybertruck nella sua forma attuale non è ammissibile all’omologazione in Germania senza grandi conversioni”. Oltre ai già citati pedoni e ciclisti, il grande pick-up potrebbe potenzialmente essere pericoloso anche per gli altri automobilisti: le sue forme e i materiali utilizzati per la sua costruzione (la Casa texana ha fatto ampio ricorso a uno speciale acciaio inossidabile e a materiali anti-proiettile), lo rendono estremamente solido, una caratteristica che, in caso d’impatto, contribuirebbe a generare danni ingenti agli altri mezzi coinvolti e, conseguentemente, ai loro passeggeri. Le vetture moderne sono dotate di strutture deformabili pensate per assorbire le forze che entrano in gioco durante gli urti, mentre il Cybertruck – come sottolineato da Musk – non prevede dei sistemi di deformazione controllata ed è “più rigida di una McLaren P1”.
E se… Ciò, tuttavia, non significa che non vedremo mai il Cybertruck sulle strade europee. Come già fatto in passato per altri modelli, è scontato che alcuni importatori proporranno ai propri clienti europei – a prezzi nettamente superiori a quelli americani – delle versioni del pick-up elettrico, magari omologate come esemplare unico o targate con altre soluzioni. Un altro (paradossale) esempio potrebbe essere un ritorno al passato, ma al contrario. Un tempo le auto sportive europee esportate in America venivano dotate di voluminosi paraurti di gomma per assecondare gli standard omologativi locali, una soluzione che potrebbe – almeno in parte – contribuire a risolvere alcuni dei presunti problemi di omologazione che affliggerebbero il Cybertruck in Europa. È invece difficile pensare che la Tesla possa ingegnerizzare una versione del pick-up con soluzioni pensate per assecondare gli standard europei, poiché i volumi di mercato difficilmente giustificherebbero i costi necessari per lo sviluppo di una versione specifica. Staremo a vedere.
