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Quanto si degrada la batteria LFP delle Tesla Model 3?

Su Reddit si discute sul calo di prestazioni degli accumulatori delle berline elettriche. Spoiler: potete stare tranquilli

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Non esiste ancora una ricetta segreta per mantenere l’autonomia delle auto elettriche costante nel tempo. Dopo aver percorso chilometri e affrontato cicli di ricarica, l’efficienza diminuisce e le percorrenze si accorciano. Ma, con un po’ di attenzione e attenendosi alle regole base, i proprietari di veicoli elettrici possono limitare al minimo il degrado della batteria.

Per la Tesla Model 3 entry level, quella RWD a trazione posteriore con batteria al litio-ferro -fosfato (LFP), uno dei modi migliori per contenere il degrado della batteria, secondo la Casa, è quello di effettuare una ricarica completa al 100% almeno una volta alla settimana.

Ma questo garantirebbe davvero il miglior mantenimento dell’autonomia? Come varia la salute della batteria quando si carica regolarmente all’80% invece che al 100%? E qual è la percentuale media di degrado della batteria LFP della Model 3? Alcuni proprietari sono intervenuti su Reddit per rispondere a queste domande.

Le batterie LFP

Partiamo da una serie di considerazioni generali: le batterie LFP sono generalmente più convenienti e hanno un ciclo di carica più lungo rispetto alle controparti NMC (nichel-manganese-cobalto), il che le rende più adatte a versioni meno costose di un particolare modello di auto elettrica, come appunto la Model 3 a trazione posteriore.

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La batteria LFP della Tesla Model 3 mostrata durante il Munro Live

Le batterie LFP, nonostante siano meno dense di energia e offrano un’autonomia relativamente inferiore, sono diventate molto popolari grazie alla loro economicità. Tesla utilizza quelle di CATL per la Model 3 e la Model Y standard a livello globale.

Una questione d’età

Decine di proprietari di Model 3 equipaggiate con batterie LFP sembrano essere molto soddisfatti dei loro veicoli elettrici. Sembra che le Model 3 di 10-12 mesi fa abbiano registrato livelli di degrado simili, pari a circa il 2%, in una miriade di casi d’uso che vanno dalla ricarica all’80% o al 100% ogni giorno o solo una volta alla settimana.

Diversi proprietari hanno ribadito che l’età della batteria è un fattore di degrado più importante del numero di chilometri percorsi, almeno nei primi anni. Si noti che fattori come lo stile di guida, il clima, la manutenzione e le modalità di ricarica sono tra i tanti fattori che influiscono sull’autonomia a lungo termine del veicolo elettrico.

Un po’ di casi concreti

Detto questo, per un proprietario, l’autonomia massima è diminuita del 2,2% dopo aver percorso oltre 20.000 miglia (sono circa 32.000 km).

“Model 3 LFP acquistata nel gennaio 2023. Percorse 21.504 miglia (33.500 km), la carica completa mostra un’autonomia di 266 miglia (428 km) rispetto all’autonomia originale di 272 miglia, con un degrado del 2,2%. Vivo in un appartamento, quindi ricarico al 100% ogni volta che è possibile e non mi preoccupo di questo. Sono molto soddisfatto delle prestazioni e della conservazione della batteria. Apprezzo molto il fatto che la batteria sia statisticamente più duratura, e anche il fatto che sia più sicura e non utilizzi minerali di conflitto è un grande vantaggio. @TechSupportTime (via Reddit)”.

Tuttavia, ci sono state alcune eccezioni. I modelli più vecchi si sono naturalmente degradati di più: questo proprietario ha dichiarato che la sua Model 3 ha perso quasi il 5% di autonomia in due anni:

“Tesla RWD LFP del 2022. 85.000 miglia (137.000 km). L’autonomia massima attuale è di 259 miglia (417 km). Quindi circa il 4,8% di degrado. Carico quotidianamente al 100%, ma la maggior parte delle volte utilizzo l’auto entro 30 minuti da quando termina la carica (quindi l’auto non rimane a lungo al 100%). @tontot”.

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Una Tesla Model 3 del 2022 in ricarica

È anche possibile che, per alcuni proprietari, il sistema di gestione della batteria (BMS) non abbia visualizzato l’autonomia reale a causa di imprecisioni nella calibrazione e di variazioni di tensione all’interno delle singole celle, secondo l’applicazione di registrazione dei dati Tessie. Ma il BMS può essere facilmente ricalibrato lasciando che l’autonomia scenda sotto il 10% per un’ora e poi ricaricando al 100%. In questo modo il sistema si resetta e mostra un’autonomia più accurata, come riporta Tessie.

“Model 3 di nove mesi fa con 13.684 miglia (22.017 km). Carico al 100% cinque giorni alla settimana e ho un degrado del 2,3%. Non me ne preoccupo e non dovreste farlo neanche voi… fate come dice il manuale e godetevi l’auto. Il BMS è intelligente e la batteria andrà benissimo. @krdell”.

Decine di altri proprietari hanno condiviso consigli per ottenere la massima autonomia dalla batteria LFP della Model 3 nel tempo. Sia che siate degli early adopter o dei neofiti, potreste trarre spunto da questi automobilisti che hanno già percorso migliaia di chilometri con le loro auto elettriche.

Fotogallery: Nuova Tesla Model 3 (2023)

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