- Meccanica ibrida innovativa
- Il cambio automatico Multimode
- Prova su strada
- Consumi e percorrenze
- Qualità generale
- Considerazioni finali e prezzi
Nissan Juke Hybrid è una “vecchia” conoscenza del nostro sito, avendolo già provato qualche mese addietro (qui la prova) raccontandovelo sotto forma di “pillole”, con qualche curiosità e spunti interessanti del nuovo crossover ibrido giapponese. Tuttavia abbiamo deciso di andare più a fondo nella sua disamina, testando la sua meccanica ibrida di nuova generazione a 360 gradi nella vita di tutti i giorni, per collezionare dei dati più precisi possibili circa consumi, sensazioni alla guida e, più complessivamente, l’esperienza in sua compagnia. Per tutti i dettagli completi vi rimandiamo infatti all’articolo della prova passata.
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Meccanica ibrida innovativa
Si definisce come sistema ibrido in grado di lavorare in serie, in parallelo ma anche in serie-parallelo, “coprendo” così le tre possibilità di funzionamento ad oggi disponibili per i motori ibridi. Di base, l’auto si avvia e si sposta, a bassa velocità (anche per quanto riguarda manovre e brevi spostamenti) in elettrico, mentre il motore a benzina subentra a seguito di una pressione più energica sul pedale dell’acceleratore, o dopo i 35 km/h. Può funzionare in “serie”, con il benzina in grado di generare energia così da alimentare l’unità elettrica, in trazione sulle ruote. Può funzionare in “parallelo”, con entrambi i motori in trazione sulle ruote anteriori e con l’elettrico alimentato dalla batteria da 1,2 kWh. Oppure, vero plus di questo sistema, anche la possibilità di funzionare in serie-parallelo, unendo le due tipologie ora citate: il benzina è sia in trazione sulle ruote che in grado di alimentare il motore elettrico che, a sua volta, collabora per donare maggior spinta alla vettura.
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Il cambio automatico Multimode
Prova su strada
In generale, di nuova Juke Hybrid si apprezzano diversi aspetti su strada, dalla bontà telaistica, all’ottimo telaio fino ad arrivare al piacevole funzionamento del sistema ibrido. Lo scatto immediato dell’elettrico e la buona scorrevolezza del sistema aiutano a rendere più immediata e agile la marcia, soprattutto in città, con il benzina in grado di intervenire solo in alcuni casi, quando è richiesta più potenza. In questo modo si beneficia del miglior silenzio a bordo, contribuendo ad accrescere comfort e insonorizzazione dell’auto. Poche le vibrazioni così come i rumori provenienti dall’esterno, mentre l’assetto risulta convincente sia per smorzare le vibrazioni del manto stradale che nell’assicurare un handling positivo e convincente. Tendenzialmente rigida sulle sconnessioni, non presenta un rollio accentuato, limitando l’imbardata laterale e regalando un buon feeling tra le curve. Lo sterzo è anche piacevolmente diretto, dal giusto carico e rapportatura, consentendo a Juke di trarre il meglio dalla piattaforma CMF su cui è costruita. Non si tira indietro in una strada tutta da guidare, risultando coesa e stabile anche nei cambi di direzione più incisivi. Nota di merito anche per l’impianto frenante, che non mostra una particolare transizione tra frenata meccanica e rigenerativa, una qualità non scontata. L’insieme dell’erogazione dei due motori convince sia in città ma soprattutto su strade extraurbane, dove l’elettrico contribuisce sempre a supportare la spinta del benzina mentre in autostrada l’1.6 si fa maggiormente carico della marcia: i quattro rapporti a disposizione del cambio automatico non sempre riescono a “pescare” il rapporto ottimale in base alla situazione, andando leggermente in crisi quando viene richiesta quasi massima potenza sulle strade di montagna. Di conseguenza sale anche il rumore del propulsore, “intaccando” il silenzio e il comfort che regnano a bordo.
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Consumi e percorrenze
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Qualità generale
Nissan Juke Hybrid ci ha anche sorpreso all’interno, dove presenta una qualità generale sopra alla media del segmento. Aspetto evidenziato anche nel precedente test, ma ora accresciuto dalla singolare Alcantara presente su plancia, tunnel centrale e sedili. Questi sono avvolgenti e molto comodi, con altoparlanti integrati nel poggiatesta, grazie all’impianto audio firmato Bose. C’è largo impiego di plastiche morbide, su plancia, cruscotto e parti basse dell’abitacolo, con una cura costruttiva e assemblaggi raramente presenti anche su brand Premium. Risulta però leggermente superata la fisionomia della plancia, con pochi vani porta oggetti e non predisposta per ospitare comodamente uno smartphone in alcun vano. Le bocchette circolari sono piacevoli alla vista ma poco funzionali per la gestione del flusso dell’aria, mentre il lunotto molto sottile e la piccole superficie vetrata posteriore non la rendono una campionessa dal punto di vista della visibilità. Lo spazio a bordo è in linea con la concorrenza delle sue dimensioni, adeguato per quattro passeggeri di modesta altezza, mentre il bagagliaio a partire da 354 litri si presta maggiormente per una vacanza di coppia che non in famiglia. Abbattendo però i sedili la capacità di carico sale fino a 1.237 litri, con un piano abbastanza regolare e omogeneo.
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Considerazioni finali e prezzi
Abbiamo decisamente apprezzato il pacchetto di soluzioni offerte da Juke Hybrid, in primis in ambito cittadino e poi, in linea generale, per tutta l’esperienza a bordo con lei. Facile e intuitiva da guidare, risulta perfetta per la città, con scatti immediati e tanta reattività alle basse andature. Tuttavia ci ha convinto anche fuori dai centri urbani, a patto che non si abbia una guida aggressiva e nervosa. Il sistema ibrido predilige un’andatura regolare e turistica, senza eccessivi (ed inutili) strattoni, non assecondando alla perfezione i classici “pestoni” aggressivi sul pedale del gas. Se guidata in maniera consona ad un ibrido risponderà con tanta efficienza e confort durante la marcia, ma con un assetto e una tenuta di strada che, paradossalmente, potrebbero supportare potenze e velocità ben superiori. Con 10,1 secondi per scattare sullo 0-100 km/h non è di certo un fulmine, ma sa comunque sfoggiare riprese e accelerazioni considerevoli quando richiesto. Buono lo spazio a bordo, anche se potrebbe risultare un po’ claustrofobico per i passeggeri posteriori e nella norma la capacità di carico. Sorprende la qualità costruttiva all’interno, con materiali ricercati e una tecnologia al pari dei competitor, sebbene si potrebbe desiderare un sistema multimediale più tecnologico e dalla grafica più accattivante. Il prezzo? Si parte da 31.000 euro in allestimento N-Connecta, già adeguatamente accessoriato e ben allestito (come il nostro esemplare in prova), mentre il vertice della gamma si tocca con la versione Tekna, posta a 33.560 euro. Listini leggermente superiori ad altri competitor di pari dimensioni ma non ibridi, con il plus di vantare consumi inferiori e qualità interna maggiore.