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Mazda CX-30

Prove

Mazda CX-30 (MY2024), perché comprarla e perché no

Col MY2024 ha ADAS e infotainment più tecnologici. Da guidare è piacevole e il cambio manuale è una conferma. Migliorabile l'ergonomia

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Al contrario di tutte le altre Case auto, che ogni tot anni – di solito a metà carriera – propongono un restyling dei loro modelli, Mazda preferisce invece aggiornare la gamma in modo costante e, magari, in maniera più lieve.

È quanto avviene per la CX-30 model year 2024, già ordinabile sul finire del 2023. C’è un nuovo colore per gli esterni, il Ceramic Metallic, ma gli interventi si concentrano soprattutto sulla dotazione tecnologica. Vediamo tutti i dettagli in questo #PerchéComprarla.

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Dimensioni | Interni | Guida | Consumi | Prezzi

Pregi e difetti

Ci piace Non ci piace
Intuitività di guida Interfaccia Apple CarPlay e Android Auto
Cambio manuale Bagagliaio poco attrezzato
Rifiniture interne
Gamma e dotazioni

Verdetto

7.8 / 10

In un segmento che offre decine di alternative, per differenziarsi Mazda ha scelto di puntare su qualcosa che, troppo spesso ormai viene trascurato: la piacevolezza di guida. Senza rinunciare a un design riuscito e a interni di qualità.

Qualcosa, sulla Mazda CX-30, è ancora migliorabile: Apple CarPlay e Android Auto sono sistemi pensati per essere usati touch, al contrario dell’infotainment Mazda che, infatti, è molto lontano da raggiungere col dito, e dunque dover ripiegare sul rotore implica più passaggi macchinosi che fanno distrarre. Mancano poi dei ganci alti e una 12V nel bagagliaio, così come almeno una presa di ricarica dedicata a chi sta dietro.

Dimensioni, bagagliaio e spazio

Il vano ha delle forme regolari e ben sfruttabili. Il piano si regola in due posizioni ed è molto intelligente il fatto di poterlo ripiegare e usare come una paratia. Sotto c’è spazio anche per la cappelliera. A parte degli anelli per una rete, non c’è altro. Il divano si abbatte in configurazione 60:40 e le cinture hanno una loro sede.

Dentro l’accesso è nella media per ampiezza, giusto un po’ stretto in alto. Una volta a bordo non ci sono problemi nemmeno per i più alti. Al centro la seduta è rigida e il tunnel alto, dunque meglio stare in quattro, anche perché c’è un bel bracciolo largo. Sulla console ci sono le bocchette dell’aria.

Le misure
Fuori
Lunghezza 4,39 metri
Larghezza 1,79 metri
Altezza 1,54 metri
Passo 2,65 metri
Dentro
Bagagliaio 422 / 430 – 1.398 / 1.406 litri

Plancia e comandi

Forse la plancia non brilla per guizzi creativi o di originalità, ma tutto è ben ordinato e poi i materiali sono di qualità, sia sulla parte alta gommata che su quella centrale, imbottita. Molto bene che la climatizzazione, sedili riscattabili compresi, abbia dei tasti dedicati. Subito sotto ora compare una piastra ad induzione per ricaricare un telefono.

Sotto al bracciolo, che può slittare in avanti, ci sono due prese USB-C, una 12V e una piccola paratia per organizzare lo spazio. Il fondo è rivestito, così come quello del piccolo vano a sinistra e del portaocchiali. Non c’è la moquette invece nel cassetto anteriore, comunque capiente.

Venendo all’infotainment, il sistema di bordo guadagna una nuova diagonale da 10,25 pollici ed è estremamente razionale nel suo layout, con un menù da navigare in verticale che rimanda alle principali funzioni. Non è touch, dunque tutto si fa tramite il rotore e le sue scorciatoie. La risoluzione è molto buona, così come la logica di utilizzo in generale.

Il navigatore sfrutta una ricca lista di punti di interesse ma le grafiche sono un po’ datate. Apple CarPlay e Android Auto sono senza cavo. Invece solo la porzione centrale del cruscotto è digitale, non si personalizza e ci sono solo le informazioni essenziali, di facile lettura. Insomma, niente fronzoli ma funzionalità. E poi c’è anche l’head-up display.

Come va e quanto consuma

In Mazda sono orgogliosi della connessione che le loro auto riescono a instaurare con il guidatore, facendo riferimento al rapporto cavallo-cavaliere. Marketing a parte, devo dire che è innegabile che con questa CX-30 si riesca subito a entrare in confidenza. Prima di tutto, la posizione di guida è perfetta ma poi si vede bene e, tra l’altro, la risoluzione della retrocamera è ottima.

Poi c’è lo sterzo, leggero e molto preciso. Molto buono il livello di assorbimento dell’assetto, MacPherson all’anteriore e ponte torcente dietro: se è vero che sulle buche più profonde arriva qualche risposta secca, per il 99% dei casi la taratura è composta, tende al rigido ma non risulta scomoda. E sul misto la CX-30 sfoggia anche un bell’appoggio e inserimenti precisi.

Se c’è però un elemento che si merita attenzione e lodi è il cambio manuale a sei marce abbinato nel nostro caso a un 2.0 quattro cilindri benzina aspirato da 150 CV. Diciamolo chiaramente, i cambi manuali Mazda sono i migliori al mondo e sono un vero piacere da usare: gli innesti sono precisissimi, la leva corta e anche il pedale della frizione ha una bella consistenza pur rimanendo leggero. È forse l’unico SUV di questa categoria che in fin dei conti varrebbe la pena prendere manuale.

Parlando di prestazioni, il 2.0 ha bisogno di poco meno di 9 secondi per arrivare a 100 km/h e raggiunge i 200 km/h circa. Il picco massimo di coppia, 213 Nm, lo raggiunge a 4.000 giri. Non ha dunque molto vigore in basso ma, giocando col manuale, riesce a essere brillante. È mild hybrid, dunque un sistema generatore starter a cinghia con batteria a 24V recupera energia in frenata e rilascio per poi fornire supporto al termico e anche alimentare i servizi.

Non finisce qui: due dei quattro cilindri si disattivano quando non è richiesta particolare potenza. Per capire il funzionamento e soprattutto imparare a sfruttare l’efficienza di questo powertrain ci si può aiutare con uno schema in tempo reale. Il comfort, con questo aiutino elettrico, ringrazia e in generale la marcia è sempre confortevole, anche in autostrada con fruscii aerodinamici limitati.

Venendo ai consumi, in città si fanno quasi 12 km/l. In extraurbano poco di più 20 km/l e in autostrada, invece, circa 15 km/l, dunque la media è quasi 15 km/l, cioè 6,7 litri per 100 km.

Versione provata
Motore 2.0 benzina mild hybrid
Potenza 150 CV
Coppia 213 Nm
Cambio Manuale a 6 marce
Trazione Anteriore

Prezzi e concorrenti

Il listino parte da poco meno di 28.000 euro per la Prime Line con il motore 2.0 da 122 CV e cambio manuale. Si superano i 28.000 per la versione da 150 CV e i 30.000 euro per i 186 CV dello Skyactiv-X. Con 1.800 euro in più si passa all’allestimento Exclusive, che offre anche versioni 4×4. La versione speciale Homura di questa prova parte da circa 30.500 euro.

Le rivali sono tante e molto agguerrite. Per esempio, per cominciare, si potrebbe pensare di abbassare il baricentro e puntare alla Mazda3, che condivide tanto con la CX-30. Se poi il richiamo delle “ruote alte” è così forte, allora sempre dal giappone arrivano delle ibride full come la Toyota Yaris Cross o la C-HR del 2024. Dalla Corea invece arrivano la Kia Niro e la Hyundai Kona, mentre le Volkswagen Taigo o T-Roc sono solo termiche. Nel 2024, poi, arrivano anche le versioni ibride di Peugeot 2008 e Fiat 600.

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