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MAN TGE e hTGX – Il mini digital e il maxi a idrogeno

man tge e htgx – il mini digital e il maxi a idrogeno

MAN TGE e hTGX – Il mini digital e il maxi a idrogeno

La MAN prepara riallineamento della sua gamma di veicoli commerciali e industriali, fra il leggero TGE Next Level, i pesanti TGS e TGX col nuovo motore D3066 6 cilindri di 13 litri da 380 a 560 cavalli – frutto della cooperazione con la cugina Scania – e gli elettrici eTGS ed eTGX, che ribadiscono la visione della Casa circa una permanenza relativamente lunga dei camion a batterie sulla scena del trasporto merci, e una minore urgenza per le fuel cell. Se si parla di idrogeno, la MAN privilegia il suo utilizzo per i motori a combustione interna e, con l’hTGX, si rivolge ad applicazioni che alla necessità di emissioni vicine allo zero associano carichi pesanti, elevata richiesta di potenza, distanza dall’infrastruttura di ricarica e climi estremi. proprio su di lui e sul TGE che, assenti i nuovi diesel 13 litri, ci concentriamo nelle prime impressioni di guida.

Adas progressivi. Nuova architettura elettronica e di connettività, ancora più Adas, pochi aggiornamenti ai motori diesel: le novità visibili del TGE si concentrano nel posto guida, con un quadro strumenti e un touchscreen centrale ripresi dalle ultime auto Volkswagen, e con la leva del cambio automatico al volante. Guidiamo un furgone a passo e tetto medio 3.160 col 4 cilindri turbodiesel due litri da 163 CV, cambio automatico a 8 rapporti e trazione integrale. Un powertrain pensato per fornire trazione ottimale su strade asfaltate con bassa aderenza o fuoristrada leggero, che apprezziamo su statali battute dalla pioggia incessante di fine luglio, in grado di mettere alla prova anche i sensori dei nuovi sistemi di assistenza alla guida. Le loro manovre di correzione non colgono di sorpresa, anche perché efficacemente descritte dalla grafica della strumentazione. Un poco ruvido il motore, comunque ben attrezzato in fatto di coppia, tanto che il cambio automatico potrebbe pure evitare qualche scalata. La cartografia del touchscreen (ben collocato, mentre la base per la ricarica del cellulare è lontana dal sedile di guida) segnala i punti di ricarica per una ipotetica versione elettrica.

Quattro bombole per 600 km. Il TGX 28.520H2 è un trattore per semirimorchi 6×2 con terzo asse gemellato e sollevabile (disponibili anche un altro 6×2 con terzo asse singolo sterzante e un 6×4, tutti destinati a una produzione in piccola serie) equipaggiato con una versione ad alesaggio maggiorato del 6 cilindri di 15,3 litri diesel D3876, equiparata a un motore a zero emissioni. Alimentato a idrogeno e ribattezzato H4576, arriva a 16,8 litri ed esprime 520 CV e 2500 Nm. L’assenza di una versione a due assi, affine agli standard italiani, è dovuta alla presenza, dietro la cabina, di quattro serbatoi per totali 52 kg di gas; bastanti, secondo la MAN, a percorrere fino a 600 km. Il suono più basso rispetto a quello già baritonale del D3876 è dovuto all’iniezione modificata e a una linea di scarico specifica. La risposta dell’hTGX all’acceleratore, enfatizzata dal traino di un semirimorchio a due assi per un complessivo di sole 25 tonnellate, non pare mortificata, mentre lo è quella del freno motore, dato il rapporto di compressione crollato da 18:1 a 12:1. Il turbo a geometria variabile è stato ritardato per collaborare nella fase di rallentamento e, soprattutto, è stato adottato un rallentatore ZF integrato nel cambio automatizzato a 12 marce. La curva di coppia ricalca quella del D3876, con i 2500 Nm disponibili da 900 a 1400 giri/min, e promette un livello di prestazioni adeguato in vista di un test su percorsi più impervi.

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