Succede negli USA, perché le officine sono più diffuse e hanno prezzi migliori: 11.180 interventi GM in 2 anni sulle auto di Elon Musk
La Tesla ha un guasto? Ci pensa General Motors. A dirlo è il presidente di GM in persona, Mark Reuss, che fa sapere che la rete assistenza del gruppo di Detroit, negli ultimi 2 anni, ha effettuato ben 11.180 interventi sulle vetture di Elon Musk e soci. Ma cosa sta succedendo?
La forza della comodità
Reuss non ha specificato che tipo di guasti abbia riparato General Motors quando si è trovata tra le mani una Tesla ma, durante l’incontro con gli investitori avvenuto a New York, ha detto: “Questo è un business in crescita per noi. Siamo di fronte a una nuova attività ed è effettivamente una cosa positiva. Tanti clienti Tesla portano le loro auto presso di noi perché abbiamo l’esperienza e le capacità per riparare quelle auto. Sanno che il nostro servizio clienti ha tutto ciò che cercano per essere soddisfatti”.
Il motivo per cui tanti clienti Tesla si rivolgono a GM sta anche nel fatto che la Casa di Detroit ha una rete assistenza molto radicata sul territorio e gli ultimi studi dimostrano che il 90% degli americani preferisce rivolgersi a una concessionaria che si trovi in un raggio di 10 miglia dalla loro abitazione.
Un diverso modello di business
A differenza di General Motors, che lavora molto anche con programmi di affiliazione di officine e meccanici in franchising o in convenzione, Tesla offre assistenza ufficiale solo presso i propri store. Nella pratica significa che copre abbastanza bene le grandi città ma non è così presente su tutto il territorio. È anche vero, però, che Tesla offre anche un servizio di assistenza a domicilio, che permette ai clienti di richiedere l’intervento direttamente a casa o presso il proprio ufficio.
Tesla sta anche lavorando sodo per incrementare il numero dei propri punti assistenza tradizionali. Lo ha confermato lo stesso Reuss, affermando che “Tesla sta ora investendo milioni per replicare i centri di assistenza fisici che già abbiamo”. In effetti, stanno effettivamente localizzando alcuni di quelli vicino a dove siamo”.
