Secondo Mate Rimac, fondatore della Casa che porta il suo nome, si. E l'erede della Nevera potrebbe adottare un nuovo powertrain
Le hypercar elettriche sono veloci. Velocissime. Talmente tanto da non far segnare svariati record sulle piste di mezzo mondo. Il loro destino però sembra segnato: potrebbero scomparire presto.
Futuro incerto
Ecco quindi il cambio di trend: chi può spendere vuole tornare all’analogico, non a ciò che comprano tutti gli altri. Rimac ha fatto un esempio per spiegare meglio il concetto “Un Apple Watch può fare tantissime cose, è più preciso, può misurare i battiti del cuore. Ma nessuno pagherebbe 200.000 euro per un Apple Watch“. Parafrasando: le auto elettriche funzionano e fanno tantissime cose, ma un classico orologio analogico ha un fascino non paragonabile che giustifica esborsi economici a più zeri.
Da qui le domande sul futuro di Rimac: cosa verrà dopo la Nevera, per la quale è prevista una produzione di 150 unità, 50 delle quali già vendute? “Penso che ci sia una nicchia per fare cose che non si possono fare con un motore a combustione“, ha detto Mate Rimac. “Non si tratta di essere elettrici; si tratta di fare cose che le altre auto non possono fare e di offrire un’esperienza unica”.
Già qualche tempo fa il numero uno della Casa (nonché CEO di Bugatti) aveva parlato della tecnologia a nanotubi, per ottenere elettricità riscaldando carburanti come benzina, diesel o idrogeno. Un elettrico particolare, con un efficienza energetica dell’80%. Tecnologia all’avanguardia ancora tutta da testare.
La Rimac Nevera vista dal vivo