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Inarrestabile Bentley, oltre 15 mila auto vendute e utili a +82%. Mai così in alto

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Bentley Continental GT Mulliner

ROMA – Bentley Motors ha annunciato i migliori risultati finanziari mai conseguiti in 104 anni di storia grazie alle 15.174 vetture consegnate nel 2022; numero che seppur equivalente ad un relativamente contenuto più 4% sui volumi dell’anno precedente, ha generato uno straordinario aumento del 82% alla voce utili.

Il dato certifica come i modelli di Crewe siano diventati ancora più esclusivi e costosi tanto che i ricavi sono aumentati del 19% raggiungendo i 3.34 miliardi di euro. Il rendimento superiore (+20,9% sul 2021) che incorona Bentley come la casa più profittevole del gruppo Volkswagen dopo Lamborghini, è la diretta conseguenza di una strategia votata al rialzo attraverso l’introduzione di versioni con specifiche ultra-lussuose, optional mai tanto pregiati, vetture da collezione e serie limitate spinte dall’iconico W12.

Capitanate dai ricercatissimi 12 esemplari di Balacar (andati a ruba a 1.6 milioni di euro) ricamati dalla divisione Mulliner, le serie speciali Bentley hanno assicurato al costruttore inglese ulteriore profittabilità e solide basi per l’autofinanziamento della Beyond100; strategia che prevede un radicale cambio di rotta alimentato da 3 miliardi d’investimenti. A partire dal 2026 lo stabilimento di Crewe sarà infatti adeguato al lancio di 5 nuovi modelli elettrici (con autonomia reale promessa a 650km) e la neutralità carbonica in tutta la filiera produttiva è fissata al 2030.

La profonda trasformazione dell’azienda vedrà nel frattempo il progressivo abbandono del 12 cilindri endotermico a favore di propulsori a batterie, che a detta di Bentley avranno la medesima equivalenza funzionale dei motori a benzina. Il costruttore inglese ha inoltre puntualizzato che manterrà inalterato sia il posizionamento unico dei suoi modelli che la competitiva struttura dei costi, acquisita nell’ultimo quinquennio.

Passando in rassegna il grafico vendite Bentley dal 2018 (chiuso con una perdita di 288 milioni di euro), le consegne sono passate da 10.494 esemplari annuali al superamento record della soglia 15.000 macchine nel 2022, portando in dote un’inversione di tendenza vicina al miliardo di euro. La crescita economica e qualitativa ha inoltre assicurato una banca ordini mai così vasta e munifica, attraverso la quale la casa di Crewe ha sostenuto le proprie performance nonostante “il difficile periodo di perturbazioni e crisi”.

Le parole del comunicato Bentley Motors poi ribadite in conferenza stampa del Ceo Adrian Hallmark, si riferiscono agli effetti combinati di Covid, conflitto in Ucraina, Brexit, crisi dei semiconduttori e prezzi dell’energia. In questo contesto, va però anche ricordato che la volatilità causata dall’insieme di fattori sopra ha colpito in primis le fasce di reddito basse e la classe media, mentre il numero di grandi patrimoni personali, ha raggiunto nuovi apici.

Gli oggetti rari e costosi – specie quelli inarrivabili dal 99% dell’umanità – sono perennemente sold-out e lato automotive, un altro indicatore del momento storico è il grande successo della Bentayga. Nel 2022, lo Sport utility ha rappresentato il 42% dei volumi complessivi Bentley davanti a Continental GT (quota 31%) e Flying Spur (29%), qualificandosi come il Suv di lusso più acquistato al mondo.

Durante la conferenza dedicata ai risultati finanziari dell’anno scorso, Hallmark ha concesso che dopo il “punto più basso toccato nel 2018, tutta la squadra ha lavorato incessantemente per modificare operatività e ristrutturare il modello aziendale. I traguardi del 2022 rappresentano una pietra miliare nella nostra lunga storia ma dobbiamo contestualmente prendere atto, dei crescenti fattori di rischio”. Hallmark ha quindi ribadito come “Bentley manterrà l’attenzione sul valore del cliente piuttosto che sui volumi, adattando i programmi anche in funzione dei mercati emergenti. Per proseguire in questo importante percorso – ha concluso l’ad – sarà necessario mantenere l’attenta struttura di gestione costi e massimizzare le personalizzazioni in modo industrializzato, senza mai perdere di vista la redditività”.

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