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In 15mila alla Vespa Parade da tutto il mondo. Affluenza record a Pontedera, culla di un mito assoluto del design italiano

Che Pontedera, in provincia di Pisa, è la città della Vespa lo sanno tutti, ma oggi, per un giorno, è diventata la capitale mondiale delle due ruote. La culla di un mito assoluto del design italiano nei giorni dei Vespa World Days, il raduno mondiale dei Vespa club e dei vespisti che termina domani, ha fatto centro e ha perfino convinto il meteo a regalare una finestra di sole di qualche ora per consentire ad almeno 20-25 mila appassionati del gioiello Piaggio inventato da Corradino D’Ascanio nel 1945, in sella ad almeno 15mila Vespe arrivate da tutto il mondo, di partecipare all’imponente Vespa Parade. Un fiume rumoroso, colorato e festante che ha percorso le strade delle colline pisane e al quale hanno partecipato 55 Paesi e tutti i continenti: «Il mondo è qui – ha esultato Mauro Calestrini, presidente del Vespa World club -, sono arrivati appassionati da tutti i continenti: da dieci anni mancava in Italia un evento del genere e resterà nel cuore di tutti i vespisti. L’Italia è la culla della Vespa e la cultura vespistica ha conquistato il mondo intero».

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In parata anche Rudy Zerbi, showman e uno dei professori di Amici, il talent di Maria De Filippi: «La Vespa è libertà, i primi viaggi, le prime fidanzate. La Vespa è donna, con le sue rotondità meravigliose. Insomma,. le cose più belle della vita: la libertà e le donne». In testa alla grande parata di stamani, con centinaia di Vespa club provenienti da tutto il mondo, c’era anche il sindaco di Pontedera, Matteo Franconi: «E’ una festa meravigliosa che celebra la Vespa, ma anche il Gruppo Piaggio e i suoi successi grazie alle donne e gli uomini che portano il nome di Pontedera e dell’Italia in giro per il mondo: dalle tutte blu, agli impiegati, ai dirigenti e alla famiglia Colaninno». Visibilmente emozionata Maria D’Ascanio, nipote di Corradino, il «papà” del gioiello Piaggio: «Gli fu chiesto di mettere l’Italia su due ruote e inventò la Vespa, ma per noi era soprattutto un nonno affettuoso e geniale, capace di risolvere in casa anche il problema della biancheria che non si asciugava se fuori pioveva inventandosi quella che possiamo considerare l’antenata dell’odierna asciugatrice. Vedere Pisa, dove risiediamo, e Pontedera piene di Vespe con gruppi che arrivano qui da tutto il mondo per la Vespa è un brivido speciale. Anche se nostro nonno da lassù starà sorridendo e direbbe: ‘tutta questa gente cosa ci fa qui, sta perdendo tempo, bisogna fare qualcosa di utile’. Lui è sempre stato un pragmatico e con il cervello in movimento».

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Infine, Maria D’Ascanio ricorda che il garage del nonno “è sempre stato una specie di laboratorio per lui e per noi: ci faceva giocare con i trucchi di magia che si inventava, perché si dilettava a fare il prestigiatore, mentre le mie sorelle costruivano piccoli gioielli con gli scarti dei suoi strumenti». Tra i presenti a Pontedera anche Fahad Almutawa, 36 anni, arrivato dal Kuwait con la sua Vespa dopo aver percorso oltre 6.000 chilometri e Antonio Fattorusso, che vive in Germania a Ditzingen e racconta: «La Vespa è un’emozione, perché per noi emigrati andarci in giro in Germania vuol dire sentirsi a casa, in Italia». Vespa club a Pontedera anche dall’Iran.

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