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Il viaggio di Nissan verso la sostenibilità. Nuovi modelli elettrici e neutralità carbonica

L’obiettivo è una forma di progresso a vantaggio dell’intera comunità. Qui la sostenibilità non appartiene alle singole iniziative delle molte aziende impegnate nei diversi settori industriali, ma parliamo di quel che viene definito ormai «Sistema Giappone», una visione d’insieme su energia e tecnologia che sta impegnando investimenti economici e intellettuali immensi. Risale al settembre del 2013 la «Declaration to be the World’s Most Advanced IT Nation», il documento che chiamava le istituzioni e le università del Paese a collaborare per rilanciare nell’industria e nella strategia, una vera ripartenza dopo il disastro di Fukushima del 2011.

Questa è la data di nascita di un metodo che ha messo negli anni al centro della scena le aziende automobilistiche, diventate il motore di soluzioni da espandere ovunque, capaci di stimolare l’aggiornamento tecnologico delle infrastrutture stradali, proponendo una mobilità integrata e digitalizzata, razionalizzando in questi anni il consumo e l’idea dell’energia. Nissan è il «Sistema Giappone», ha un orizzonte prima sociale che tecnologico, con singole scelte ecocompatibili su materiali e tecniche di costruzione che sono la conseguenza di un quadro generale, etico e condiviso. Esattamente questo racconta il Rapporto di Sostenibilità 2022 redatto Casa di Yokohama, una strategia paragonata a un fatto di benessere comune. Soprattutto, che propone una «matrice di materialità», ovvero la necessità di valutare benefici e rischi di ogni azione e innovazione non solo in termini economici, ma anche per i loro effetti di progresso collettivo. La comunità è l’argomento principe per il Giappone.

Con il piano Ambition 2030, Nissan propone un ritmo serrato di introduzione al livello mondiale di veicoli elettrici, ma anche l’impegno a raggiungere entro il 2050 la totale neutralità delle emissioni di anidride carbonica, azzerata o compensate in tutti i processi che riguardano il ciclo vitale delle vetture, dall’estrazione delle materie prime alla loro produzione, al periodo di utilizzo e infine al riciclo delle sue componenti. Tutto questo andando oltre una logica chiusa, della legittima competizione con le altre aziende.

Nel piano Ambition 2030, infatti, rientra anche il progetto l’EV36Zero da oltre un miliardo di sterline. Dal 1986 lo stabilimento di Sunderland è una delle colonne portanti di Nissan nel mondo, la casa dell’elettrica Leaf dal 2010, ma ora è destinato a diventare anche laboratorio di sostenibilità estesa. Sunderland diventerà un Ev Hub, un polo di fabbricazione di veicoli ad emissioni zero, ma questo porta come conseguenza al ripensare la fabbrica come snodo per la produzione di energia elettrica, a zero impatto ambientale. Dal 1998 esiste un parco eolico, successivamente affiancato da un parco solare con pannelli fotovoltaici che da solo consente già di coprire oltre il 20% del fabbisogno energetico della fabbrica. Dalla metà del 2024 però il progetto EV36Zero imprimerà una accelerazione tale da avviare Sunderland verso la totale autosufficienza elettrica, con un risparmio di circa 55 mila tonnellate di anidride carbonica emessa ogni anno.

Il punto sta nel metodo, nei 132 Megawatt di potenza che non saranno gestiti esclusivamente all’interno degli oltre 3,2 milioni di metri quadri dello stabilimento, ma anzi con una formula di sostenibilità estesa. Il nuovo ecosistema è pensato in collaborazione con la municipalità di Sunderland, cioè coinvolge la comunità per testare sul campo e in piccola scala uno dei cambiamenti più importanti della transizione energetica a livello globale, quello delle Smart Grid, le griglie intelligenti che trasformeranno completamente l’accesso tradizionale all’energia elettrica. Finora viene distribuita su una dorsale unica a cui si allacciano le grandi centrali eoliche, ma soprattutto termiche o nucleari, e a cui attingono collegamenti a tensione progressivamente più bassa che attraversano le regioni, poi i comuni e gli isolati, fino all’utenza finale. Questo non è lo schema che permette il passaggio integrale a fonti energetiche rinnovabili, che per loro natura risentono della variabilità delle condizioni meteo e dunque forniscono una resa discontinua già semplicemente passando dal giorno alla notte. Una svolta verso la sostenibilità estesa non può che passare da un ribaltamento della prospettiva. Ogni cella di una griglia intelligente ha come caratteristica quella di prendere e cedere energia ad altre celle, di amministrarla e consumarla, ma anche produrla direttamente all’interno del suo territorio.

Il modello centralizzato si trasforma in decentralizzato, le grandi dorsali spariranno a vantaggio di collegamenti tra celle confinanti, pensati per gestire i picchi di richiesta nelle aree ristrette, dando la possibilità ad ogni consumatore anche di immettere l’energia che produce attraverso impianti di generazione. Nel progetto EV36Zero, quindi, lo stabilimento Nissan non sarà solo autonomo rispetto alla rete della comunità, ma addirittura capace di fornirgli la sua energia nei momenti di picco, così come di alimentare le aziende di componentistica del vicino International Advanced Manufacturing Park. Un investimento da 80 milioni di sterline ha portato un complesso di stoccaggio da 1 Megawatt, ovvero una struttura composta da batterie di seconda vita, considerate non efficienti in ambito automobilistico perché scese sotto l’80% della loro capacità, ma ancora molto utili. Connesse alla griglia intelligente, raccolgono l’elettricità prodotta da fonti rinnovabili e la rilasciano nei momenti di effettiva richiesta. Sunderland diventa l’anteprima di ciò che sarà, ovunque, inevitabilmente. Un modello funzionante di sostenibilità da imitare e allargare.

Nissan replicherà il suo progetto EV36Zero nei mercati principali tra cui Giappone, Cina e Stati Uniti, con lo stesso spirito dell’ecosistema che integra mobilità e gestione dell’energia. Il programma prevede centri di rigenerazione delle batterie anche al di fuori del Giappone con nuove sedi in Europa e negli Usa entro il 2025 creando una vera economia circolare dove gli accumulatori di seconda vita sosterranno lo stoccaggio di energia da abbinare ai sistemi fotovoltaici domestici o aziendali, di strutture sanitarie o di pubblica utilità. Dovunque arriverà l’auto come motore della sostenibilità.

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