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Gli anni d'oro dei Rally. Al Mauto per rivivere i sogni

gli anni d'oro dei rally. al mauto per rivivere i sogni

Gli anni d’oro dei Rally. Al Mauto per rivivere i sogni

TORINO – Un viaggio non solo attraverso i motori e le vetture che hanno segnato la storia del rally, ma attraverso il costume e la società italiana. A Torino al Museo Nazionale dell’Automobile si è aperta la mostra “The Golden Age Of Rally”: un percorso nell’epoca d’oro di questo sport. Un’esposizione inedita fino al 2 maggio 2023 in collaborazione con la Fondazione Gino Macaluso per l’Auto Storica.

Si tratta di una collezione unica per il palmares delle vetture presenti che hanno gareggiato e vinto per alcune delle più prestigiose squadre corse al mondo. I modelli provengono dalla collezione di Gino Macaluso, imprenditore, designer, navigatore di rally. Personalità di spicco del mondo dei motori che la mostra celebra in occasione dei 50 anni dal 27 ottobre 1972, quando il Rally Race con Raffaele Pinto al volante gli valse il Campionato Europeo.

Gli esemplari sono selezionati dalla collezione Macaluso: vetture-mito che, dagli anni Sessanta agli anni Novanta del 900, hanno vinto le più importanti gare del campionato: dal Rally di Montecarlo al Rally Safari, passando per il Rally Mille Laghi (Finlandia) fino al Rally di Sanremo. Un viaggio nell’epopea della meccanica, in cui squadra, pilota e navigatore agivano come ingranaggi perfettamente sincronizzati tra loro. “E’ una celebrazione rigorosa, completa e spettacolare della storia dei rally che conferma l’impegno e la vocazione del Mauto nel mondo del motorismo sportivo – sottolinea il presidente del Mauto, Benedetto Camerana – questa inedita esposizione è anche una valorizzazione ed un omaggio alla competenza del territorio torinese e piemontese: produttori e team locali, come Fiat e Lancia, Abarth e Martini, ma anche designer come Gandini, Giugiaro e Pininfarina sono i creatori dei simboli di un’epopea dei motori, che abbiamo ora il piacere di mostrare al pubblico”.

A tagliare il nastro dell’esposizione uno dei piloti più rappresentativi della storia di questo sport, Miki Biasion, unico italiano ad aver conquistato due volte il titolo di Campione del mondo rally nel 1988 e nel 1989. “A Torino si è fatta la storia dell’automobilismo italiano: era quindi giusto partire da qui con questa esposizione, che porteremo poi in altri musei di tutto il mondo”, spiega Monica Mailander Macaluso, presidente della Fondazione costituita con la famiglia in memoria di Gino Macaluso. Il time-line che va dalle origini della disciplina, anni ’60, fino ai grandi successi e al coinvolgimento del grande pubblico.

Si rivivono le emozioni delle grandi sfide tra case automobilistiche e squadre: speciali piattaforme sceniche realizzate ad hoc simulano i manti stradali su cui si sono dati battaglia piloti e vetture, dalla sabbia del Sahara alla neve del Col de Turini, fino al duro asfalto. E si potranno leggere le gesta dei piloti come Biasion, Mäkinen, Kankkunen, Mouton, Pinto, Sainz, si potranno leggere  in una speciale hall of fame. Mariella Mengozzi, direttore del Mauto dice che con questa mostra il “Mauto conferma il proprio ruolo di istituzione museale di livello internazionale: l’eccellenza dei manufatti esposti, la creatività e la qualità degli allestimenti esprimono una capacità realizzativa che ci allinea con i più rinomati musei al mondo. Consideriamo questa mostra il vero punto di ripartenza dopo il periodo di pandemia”.

Sono 19 gli esemplari protagonisti delle sfide diventate leggenda, che narrano le imprese dei piloti e delle squadre da corsa. Partendo dagli anni ’60 con la BMC Mini Cooper S (1966), la Ford Cortina Lotus (1966) e la Ford Escort RS Miki (1969), passando di sala in sala si attraversano gli anni ’70, con la Porche 911 st (1970), la Lancia Fulvia Coupè HF 1.6 (1970), la Fiat 124 Spider (1971), l’Alpine Renault A110 (1973), la Lancia Stratos (1976), la Fiat 131 Abarth GR.4 (1978). E poi le protagoniste delle grandi sfide tra gli anni ’80 e ’90, le Lancia in livrea Martini racing – Lancia rally 037 (1984), Lancia Delta S4 (1986), Lancia Delta HF Integrale 16v (1990), Lancia Delta HF Evoluzione Safari (1992) – con le loro antagoniste Audi quattro (1981), Renault R5 Turbo (1981), la Peugeot 205 Turbo 16 (1986), gentilmente concessa dal museo l’Aventure Peugeot di Sochaux (Francia), e la Toyota Celica GT-4 ST165 (1990). “Il percorso espositivo si propone di ricostruire l’entusiasmante atmosfera dei rally nelle fasi di maggiore popolarità della specialità”, sottolinea il curatore, Stefano Macaluso. Fiore all’occhiello dell’esposizione? Il raro esemplare di Fiat X1/9 Abarth prototipo, al cui sviluppo Gino Macaluso lavorò, in qualità di capoprogetto, per la squadra corse Fiat, su incarico dell’ingegner Aurelio Lampredi. E poi la Fiat Punto S1600 vincitrice del Rally di Sanremo nel 2001, punta di diamante della squadra corse fondata da Macaluso per partecipare al Junior World Rally Championship.

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