Ci scuserà il grande Eduardo Galeano se parafrasiamo – in senso automobilistico – una delle sue frasi più belle in ‘Splendori e miserie del gioco del calcio’: «Non c’è niente di meno vuoto di uno stadio vuoto». Bene, guardando le migliaia di auto abbandonate nel Dubai (qui il video), viene da pensare che «Non c’è niente di meno triste di un cimitero di auto di lusso». Il fenomeno non è inedito ma sta raggiungendo dimensioni impressionanti: si parla di 2-3 mila modelli che finiscono nelle aree predisposte appena fuori Dubai. Distese sterminate del genere si vedono anche in Cina ma con una differenza: in Oriente, sono piene di auto elettriche delle compagnie di car-sharing fallite mentre nell’Emirato il livello è molto alto.
Tenore di vita
Battute all’asta
ll problema è che in Dubai, il mancato pagamento di un debito (anche solo la rata di un mutuo, di un prestito, una mensilità dell’affitto) viene considerato reato penale. Non esistono leggi per gestire la bancarotta, non si può chiedere protezione legale di alcun tipo: meglio abbandonare l’auto – dove capita che sia sotto casa o nel deserto – e sparire per un po’. Ma più facilmente chi ha passaporto del Dubai cambia emirato mentre lo straniero torna nella patria di origine. L’alternativa è la prigione. Per la cronaca, i proprietari delle auto sequestrate hanno quindici giorni di tempo per reclamare il loro veicolo, saldare il debito e riprenderselo prima che venga messo all’asta. Ma quasi tutte le vetture vengono battute per pochi dollari su Emiratesauction.com. Conviene? Dipende come sempre dallo stato della vettura e dalle eventuali riparazioni, inoltre non bisogna dimenticare il costo dell’importazione via nave (per una Maserati Quattroporte del 2015, ad esempio, ci vogliono 9mila euro) e della reimmatricolazione in Italia. Senza considerare che spesso ci vogliono mesi per vedersela recapitare a casa. Quindi, attenzione.