L’ottantesimo anniversario dal D-Day che vide lo sbarco degli Alleati in Normandia è anche l’occasione per ribadire l’importanza dei veicoli gommati e cingolati – e in generale della logistica – in uno scenario complesso e ad altissimo rischio come fu il D-Day con la successiva offensiva in Francia. Riportano i libri di storia che vennero impiegati nel complesso 150mila veicoli e furono movimentate 570mila tonnellate di merci, munizioni e attrezzature. Gli oltre 156mila effettivi delle forze alleate, a partire dal 6 giugno 1944, presero d’assalto le spiagge fortificate nella costa sulla Manica fecero affidamento su una varietà di camion blindati e veicoli a quattro e sei ruote motrici. Mezzi adatti a manovrare attorno alle mine e superare gli ostacoli creati ad hoc per bloccare le strade. L’offensiva dell’US Army, supportata appunto d una massiccia dotazione di veicoli e mezzi corazzati, si sviluppò sulla celebre Omaha Beach, ma anche su Utah Beach e su Pointe du Hoc. Gli inglesi utilizzarono per l’attacco alle linee tedesche le località Sword Beach, Juno Beach e Gold Beach. In totale, ed escludendo i carri armati e i cingolati ‘puri’ provenienti in pratica da tutto lo schieramento dell’industria automotive degli Stati Uniti.
Venne utilizzato – anche nelle versioni derivate semicingolate M2 Half-track e M3 halftrack – per il trasporto truppe e come ‘command car’ per garantire spostamenti e attività agli ufficiali di grado più alto. Ma, come ci ricordano molte immagini del D-Day, la protagonista assoluta nella mobilità dello sbarco in Normandia fu la Jeep Willys MB, l’agile 4×4 che poteva superare ogni ostacolo e muoversi rapidamente in tutte le situazioni operative. Prendeva il nome Jeep (è la tesi più accreditata) dalla pronuncia dell’abbreviazione GP, cioè General Purpose con cui la nomenclatura ufficiale dell’US Army identificava questo messo da mezza tonnellata di carico. La sua produzione iniziò nel 1941, affidata – visti gli elevati numeri previsti – a Willys ma anche a Ford e ad American Bantam. Ne vennero prodotte circa 360mila unità fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale.