Dalla benzina alle autostrade: il 2023 inizia con i rincari
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Benzina, i rincari dall’inizio del 2023 – L’orientamento del governo è quello di non prorogare più lo sconto, portando ad un aumento automatico dei listini a partire dal 1° gennaio. Il taglio è stato applicato per la prima volta a marzo 2022, con l’approvazione del decreto Ucraina bis. Sia per la benzina che per il diesel la riduzione è stata complessivamente di 30,5 centesimi, almeno fino a dicembre, quando con il dl Aiuti quater il taglio è stato prorogato fino al 31 del mese ma ridotto a 18,3 centesimi.
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Autostrade, i rincari dall’inizio del 2023 – A rischio rincari ci sono anche i pedaggi autostradali. All’inizio di ogni anno le tariffe vengono tradizionalmente aggiornate, ma da quattro anni a questa parte, dopo il crollo del Ponte Morandi, sono rimaste congelate. Il 2023 potrebbe registrare il ritorno agli aumenti, per la prima volta dal 2018.
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Autostrade per l’Italia ha chiesto un aumento del 2%, le altre concessionarie percentuali anche maggiori, ma in generale, secondo l’associazione, gli incrementi tariffari medi proposti dalle concessionarie “sono assai inferiori rispetto a quelli già concessi in altri Paesi europei dotati di sistemi concessori e regolatori simili”, come la Francia, dove l’aumento è del 4,7% e la Spagna, a +4%.
Sul fronte bollette, gli aggiornamenti potrebbero invece essere contrastanti. Per l’elettricità l’Autorità per l’energia ha appena annunciato nel primo trimestre dell’anno un provvidenziale calo di oltre il 19%, ma per il gas l’andamento potrebbe essere opposto. In attesa della comunicazione dell’Arera a inizio gennaio, Nomisma stima un aumento mensile del 20% dovuto all’andamento dei prezzi internazionali di inizio dicembre. Il calo degli ultimi giorni, seguito alla decisione sul tetto al prezzo adottata da Bruxelles, dovrebbe infatti essere recepito, stando all’analisi del centro studi, a partire da febbraio.
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Seguendo l’ordinanza del Consiglio di Stato sulle modifiche unilaterali dei contratti, il decreto Milleproroghe ha peraltro chiarito che in fase di rinnovo delle forniture le variazioni saranno possibili. Dopo il blocco disposto dal decreto Aiuti bis, per chi ha un contratto in scadenza potrebbero quindi arrivare rialzi dei costi di luce e gas, ancora bloccati invece fino a giugno 2023 per tutti coloro che hanno un contratto in essere. Il Consiglio di Stato si era espresso dopo il ricorso di Iren contro i provvedimenti cautelari dell’Antitrust, oggi confermati “parzialmente”, sospendendo proprio le sole modifiche unilaterali delle condizioni economiche non in scadenza.