Da un lato il centrodestra, che con sfumature diverse chiede di «decarbonizzare» in modo pragmatico, «senza radicalismi». Dall’altro Pd e M5s che spingono invece sul “green deal” a difesa delle posizioni maggioritarie al parlamento europeo in materia di “case green” e auto elettrica. Analizzando i programmi elettorali in vista delle elezioni europee, sono queste le posizione dei principali partiti su alcuni dei fronti caldi della transizione energetica
I temi delle case green e dell’auto elettrica non trovano menzione esplicita nel programma elettorale del Pd, che si limita a ricordare come «nel solco del Green Deal e degli accordi internazionali della COP28 occorre costruire strumenti per la decarbonizzazione del sistema energetico attraverso i driver dell’efficienza, del potenziamento delle reti, dell’investimento massiccio nella produzione dalle fonti rinnovabili». Ma la capogruppo Pd alla Camera dei Deputati, Chiara Braga, ha definito la direttiva “case green” come un provvedimento adottato «per salvare il futuro». Ecco perché «non va combattuta come ha fatto la destra in Europa e come annuncia di fare in Italia: servono semmai sostegni e incentivi». E la segretaria Elly Schlein ha dichiarato di lottare «per un fondo europeo sulle case verdi»
Simile la posizione del Movimento 5 stelle. Il vicepresidente della Camera, Sergio Costa (M5s), ha definito la direttiva case green «un testo importante non solo per la lotta ai cambiamenti climatici», perché «riqualificare il parco immobiliare offre una grande opportunità di rilancio della filiera edilizia». Quanto al capitolo automotive, il M5s nel suo programma definisce come «irreversibile» la mobilità elettrica «in virtù del regolamento approvato nella scorsa legislatura sul divieto di immatricolazione delle auto inquinanti (diesel o benzina) a partire dal 2035». Ma non trascura i costi della transizione. E sottolinea la necessità di «allargare il raggio di azione del già esistente Fondo di transizione giusta» per «difendere l’industria europea dalla concorrenza sleale cinese e per sostenere le piccole e medie imprese dell’indotto della componentistica nella riconversione tecnologica», nonché «per garantire la competitività e tutelare i posti di lavoro nel settore». Senza dimenticare che bisogna assicurare «una rete di ricarica capillare e uniforme per le auto elettriche, con un sistema unico trasparente e di facile gestione per l’utilizzatore e che sia accessibile in tutti gli Stati membri».
Un po’ più soft la posizione di Forza Italia, che nel programma parla di «revisione» (non di cancellazione come dice la Lega, ndr) della direttiva “case green”. Gli azzurri lanciano un «piano europeo per la tutela della Casa che tenga conto delle specificità degli immobili in ciascun Paese, volto ad incentivare chi investe in efficientamento energetico». E sul fronte automotive ricordano che oltre all’elettrico esistono altre tecnologie ad emissioni neutrali, come le «tecnologie all’idrogeno, e-fuel e biocarburanti». Di qui la necessità di un approccio pragmatico, che ricomprenda anche le auto a motore endotermico, «per far sì che la transizione non sia ideologica». Tra le proposte, quella di «garantire incentivi per motori endotermici di ultima generazione verso una consistente riduzione delle emissioni di carbonio»