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Auto elettrica, perchè l'Europa ha detto sì al carburante E-Fuels. Come si produce e in che modo può essere usato

auto elettrica, perchè l'europa ha detto sì al carburante e-fuels. come si produce e in che modo può essere usato

Auto elettrica, perchè l’Europa ha detto sì al carburante E-Fuels. Come si produce e in che modo può essere usato

ROMA – Gli e-Fuels, abbreviazione di electrofuels, sono carburanti sintetici liquidi o gassosi. Si ottengono prima scomponendo l’acqua nei suoi elementi base, cioè idrogeno e ossigeno attraverso un processo di elettrolisi. E poi miscelando l’idrogeno con l’anidride carbonica catturata nell’aria attraverso il procedimento di sintesi Fischer-Tropsch. Aggiungendo alla miscela così ottenuta alcune sostanze catalizzanti si arriva a produrre gli e-Fuels in grado di alimentare i motori endotermici.

Questo procedimento richiede enormi quantità d’acqua e di energia elettrica che però deve essere prodotta esclusivamente da fonti rinnovabili (eolico, solare, geotermico, idrico). Ma per far entrare a pieno titolo gli e-Fuels tra i carburanti ecologici, questo non basterebbe. Infatti i carburanti sintetici sono considerati green (e per questo sono entrati nell’accordo di compromesso tra la Ue e la Germania) perché per produrli si preleva una quantità di CO2 pari a quella da loro rilasciata quando vanno ad alimentare un motore endotermico e quindi sono considerati “carbon neutral”. E, inoltre, i propulsori alimentati con e-Fuels riducono o annullano anche altre emissioni, ad esempio, quella del particolato.

Attualmente la loro produzione è ancora molto costosa e limitata: oggi un litro di e-Fuels costerebbe intorno ai 10 euro e per produrlo bisognerebbe impiegare 2 litri d’acqua. Ma secondo i sostenitori dei carburanti sintetici le economie di scala legate a un loro impiego ad ampio raggio e una forte politica di incentivi fiscali a livello mondiale potrebbero renderli decisamente competitivi.

Il loro vero vantaggio è che potrebbero essere immediatamente utilizzati nella rete di distribuzione attuale, già utilizzata dai combustibili  perché, come la benzina o il diesel tradizionali, gli e-Fuels possono essere conservati senza nessun problema di stoccaggio o di pressione e ad una temperatura ambiente.

L’interesse della Germania per i carburanti sintetici è legata soprattutto al fatto che molte sue grandi aziende del settore hanno creduto e fatto forti investimenti su questa tecnologia. I grandi fornitori tedeschi di componenti per auto come Bosch, ZF e Mahle sono membri della e-Fuel Alliance, una lobby del settore. E Porsche punta forte su di loro tanto che a Punta Arenas in Cile ha realizzato un impianto che realizza carburanti sintetici con l’obiettivo di produrne oltre 500 milioni di litri all’anno, mentre Bmw ha investito 12,5 milioni di dollari in Prometheus Fuels. Le case tedesche del resto “difendono” i loro modelli ad alte prestazioni come la Porsche 911: i carburanti sintetici, del resto, sono particolarmente adatti ai motori potenti. E lo dimostrerà la Formula 1 che a partire dalla stagione 2026 passerà agli e-Fuels, per raggiungere la carbon neutrality nel 2030.

Anche la Norvegia crede nel progetto e la Norsk e-Fuel dovrebbe iniziare a produrre e-Fuels (ma soprattutto per aviazione) nel 2024.  E in generale in Europa, secondo e-Fuel Alliance, sono già prodotti in Germania e in Islanda, con progetti in partenza oltre che in Norvegia, anche in Spagna, Danimarca e Svezia.

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