- Autisti Ncc, i punti contestati dei decreti Salvini
- Licenze taxi a numero chiuso
- Taxi carissimi e redditi bassissimi
- Autisti Ncc unica concorrenza diretta ai taxi
Autisti Ncc protestano contro i decreti Salvini
Autisti Ncc, i punti contestati dei decreti Salvini
Licenze taxi a numero chiuso
Se fossimo in un Paese normale, il ragionamento che tutti dovremmo compiere sarebbe, a questo punto, un altro. I taxi chiedono parità di regole? Benissimo, ma non potranno opporsi all’ingresso di nuovi soggetti sul mercato. Invece, gli stessi taxi osteggiano ogni tentativo di aumentare il numero delle licenze. Figuriamoci di liberalizzare il settore. Il loro numero è e deve restare chiuso, in modo da poter rivendere possibilmente la licenza anche per centinaia di migliaia di euro.
Taxi carissimi e redditi bassissimi
Come se non bastasse, arriva la beffa. La categoria dichiara in media redditi ridicoli. A Napoli, qualcosa come poco più di 6.000 euro all’anno. In pratica, lavorano per pura beneficenza. Non si spiega perché mai le licenze abbiano un valore di mercato così alto, visto che non consentirebbero di portare a casa uno stipendio decente. E l’apice della stortura emerge dal fatto che quelle licenze dovrebbero teoricamente tornare in capo a chi le aveva concesse, cioè i Comuni. Al contrario, sono rivendute a fine carriera dagli stessi tassisti per fare cassa. “E’ il nostro Tfr”, spiegano dalla categoria. La politica finge di non vedere. Consentire agli autisti Ncc di fare concorrenza ai taxi risulta ormai l’unico espediente possibile per introdurre un minimo di concorrenza sul mercato dei trasporti privati. L’irragionevolezza iper-corporativa dei taxi è tale da richiedere una dose di coraggio da parte di chi governa. Cosa che non sta accadendo. E il rischio anche per l’estate che verrà, è di ritrovarsi con tariffe sempre più alte e un servizio ancora più carente. Non si capisce come un numero pressoché fisso di taxi possa trasportare sempre più turisti nelle grandi città.
Autisti Ncc unica concorrenza diretta ai taxi
E’ vero che il governo Meloni ha previsto un aumento delle licenze temporanee, ma “in casi di eccezionali flussi di presenze turistiche”, a titolo onerosi e rilasciati ai soliti “tassisti storici” già presenti su piazza con cui si dovrebbero condividere persino gli incassi. In sostanza, non si allarga il giro e a guadagnarci sarebbero gli stessi. Ciononostante, i taxi protestano anche contro questa minima apertura del governo. L’idea del libero mercato resta un’ambizione in questo Paese, dove ogni categoria pretende di privare gli altri del diritto di competere. E’ lo stesso ragionamento allucinante a cui assistiamo in merito al dibattito sugli stabilimenti balneari. Ma qui è molto peggio. Perché di spiagge a disposizione ve n’è, generalmente, tanta. Di taxi in circolazione ve ne sono pochi e il turista può solo farsi spennare. Gli autisti Ncc restano attualmente l’unico modo in cui il mercato, grazie alla tecnologia, può reagire allo strapotere delle rendite di posizione. [email protected]
L’articolo Autisti Ncc e taxi, il nodo irrisolto alla vigilia di una possibile nuova estate di rincari e ritardi proviene da Economia – Investireoggi.it.