Lei è la prima citycar Made in China partita in forze alla conquista dell'Occidente: ecco le impressioni alla guida
Dell’arrivo della Kandi K27 negli Stati Uniti abbiamo già parlato. Ma dopo aver dato conto dell’offensiva Oltreoceano della prima citycar elettrica cinese sbarcata in Occidente, è tempo anche di metterla alla prova. Lo abbiamo fatto grazie al nostro collega Kyle Conner, primo giornalista americano ad averla potuta testare.
Una vera low cost
La Kandi K27 è regolarmente in vendita negli USA ad un prezzo di 7.999 dollari (al cambio circa 6.750 euro). Ma in molti casi, grazie a sconti e promozioni, diventa possibile portarne a casa una con circa 6.000 dollari (che equivalgono a 5.000 euro o poco più).
Fotogallery: Kandi K27
Pensata per la città
L’auto può essere ricaricata attraverso un caricatore fino a 7 kW e vanta un’autonomia di circa 100 km. Ma nell’uso cittadino la K27 ha dimostrato di poter percorrere anche un po’ di strada in più. L’auto, grazie a forme regolari e a un cofano anteriore cortissimo, offre parecchio spazio per gli occupanti, non male anche per chi siede dietro. Inoltre, ha anche un discreto bagagliaio, considerando anche che reclinando i sedili posteriori si riesce a ricavare un piano di carico unico e senza scalini.
C’è il climatizzatore, ma è regolabile solo su tre livelli: riscaldamento, raffreddamento o temperature ambiente. Considerando il rapporto degli americani con l’aria condizionata qualcuno lì avrà certamente storto il naso. Ma parlando di cose più serie: come va in strada?
Un po’ auto, un po’ golf car
In marcia la Kandi K27 può raggiungere una velocità massima di poco superiore ai 100 km/h, ma non è questo il dato più significativo di quest’auto, che alla guida fa dell’agilità il suo punto di forza. Grazie al powertrain elettrico non manca poi una certa brillantezza alle basse velocità, e spostando la leva del cambio su S si ha un’iniezione di coppia che la rende piuttosto scattante.
Buono anche lo sterzo, leggero ma tutto sommato preciso tenendo conto del valore dell’auto, e le sospensioni. Da questo punto di vista, la presenza della batteria molto in basso aiuta la dinamica, ma resta da verificare ovviamente il comportamento quando l’auto avrà qualche anno sulle spalle.
Ultima nota: non c’è la frenata rigenerativa regolabile, quindi si guida “alla vecchia maniera”, premendo il freno per rallentare. L’impianto è abbastanza piccolo, con tamburi posteriori, ma risulta sufficiente per quello che è il suo compito, almeno fino a quando non lo si affatica eccessivamente.