Luca Marini è stato suo malgrado uno dei protagonisti negativi della prima Sprint della storia della MotoGP, andata in scena oggi a Portimao. Il pilota della Mooney VR46 era tra quelli che prendevano il via nelle prime file e si è subito inserito nella battaglia per le posizioni di vertice, che si è fatta infuocata fin dalle primissime fasi dei 12 giri previsti.
La sua gara però è finita quasi subito, nel corso del secondo giro. Provando ad approfittare del fatto che Enea Bastianini era finito largo, ha stretto la traiettoria ed ha perso l’anteriore della sua Desmosedici GP, finendo per coinvolgere nell’incidente anche il pilota ufficiale della Ducati, che nella caduta ha rimediato la frattura di una scapola, che gli impedirà di correre domani, ma anche di partire alla volta dell’Argentina, dove la MotoGP farà tappa la settimana prossima.
“Nel giro prima avevo passato Vinales allo stesso modo. Enea è andato largo e io ho cercato di stringere di più la traiettoria: ho piegato un grado in più e mi si è chiuso l’anteriore. Sfortunatamente, la mia moto lo ha colpito e questo è stato un vero peccato. Mi dispiace per lui se si è fatto male”, ha detto Marini.
“Sono andato subito al box per provare di capire come mai fossi caduto, perché non mi sembrava di aver fatto niente di strano, e secondo la telemetria ero piegato un grado in più. Purtroppo con la MotoGP di adesso non si può sbagliare. Mai”, ha aggiunto.
“Penso che nessuno sia in difficoltà fisicamente per fare così pochi giri. E’ solo una questione di crearsi dei varchi nel modo più corretto possibile, cercando di non toccare nessuno. Quest’anno dobbiamo evitare i contatti il più possibile e ne abbiamo parlato anche in Safety Commission”.
“Per lo show è incredibile, solo che i rischi aumentano moltissimo, perché è un’altra gara fondamentale, quindi ho visto tutti i piloti molto aggressivi, sempre al limite del contatto. Sarà dura altre 20 gare così”, ha concluso.
Luca Marini, VR46 Racing Team
Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images