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Vulcan Energy a caccia di litio in Francia: è la Lithium Valley Ue?

La start-up allarga i suoi progetti nella Valle del Reno, superando i confini transalpini. È il secondo progetto francese in pochi giorni

vulcan energy a caccia di litio in francia: è la lithium valley ue?

È in Francia la “Lithium Valley” dell’Unione europea? Difficile dirlo ora. Di sicuro c’è che il Paese, in meno di 10 giorni, ha già ufficializzato ben due progetti sul litio, “l’oro bianco” per batterie di auto elettriche e tecnologie green in generale.

Dopo Imerys, che dal 2027 estrarrà 34.000 tonnellate di minerale all’anno, adesso è l’australiana Vulcan Energy ad annunciare i suoi piani Oltralpe. Qui, precisamente nella zona di Les Cigognes, in Alsazia, estenderà di 155 km2 le sue operazioni nella Valle del Reno, al confine con la Germania.

Domanda altissima

Si tratta infatti di una “estensione naturale” – come scrive l’azienda – dei siti tedeschi, che con lo Zero Carbon Lithium costituiscono già il programma più grande nel Vecchio Continente. Perché il suolo transalpino potrebbe nascondere circa un terzo del litio sotto terra nell’area. Ma è ancora “troppo presto per fare stime”, secondo Vincent Ledoux-Pedailles, direttore commerciale francese di Vulcan Energy, che ha commentato l’annuncio alla AFP.

La promessa della start-up è di presentare “altre domande di autorizzazione” per continuare a scavare in Alsazia. La regione sembra ricca di materie prime e l’azienda deve fare i conti con una domanda “otto volte superiore all’offerta”. Bisogna esplorare più luoghi possibile.

Nessuna emissione

Vulcan Energy è conosciuta nel settore per l’uso di acqua geotermica, una tecnica di estrazione che garantirebbe zero emissioni. Ledoux-Pedailles è sicuro che sia anche questo approccio ad attirare sempre più Case auto a rifornirsi dalla start-up.

L’azienda australiana dà così il suo contributo alla nascita di un’industria Ue di materie prime e batterie. Una priorità, soprattutto ora, alla luce della conferma dello stop alle vendite di motori termici dal 2035. Gli Stati Uniti hanno già fatto la loro mossa per tutelare la produzione nazionale, scontentando così i partner internazionali, compresa l’Europa. Ma proprio Parigi, con l’aiuto di Berlino, valuta la controffensiva.

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