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Motori strani: il due tempi a cilindro sdoppiato

L’iconico motore della Iso Rivolta vedeva due pistoni affacciarsi in un’unica camera di combustione, migliorando notevolmente il rendimento del due tempi – di CARLO PLATELLA

L’Iso Rivolta è stata una delle case automobilistiche italiane più innovative di sempre. L’iconicità imperitura della Isetta è lì a ricordarlo, ma le innovazioni sfornate dall’azienda di Bresso furono molteplici. Tra queste, memorabile fu il motore a cilindro sdoppiato, ispirato al propulsore della Puch 125. Con la direzione tecnica affidata all’ingegner Mario Lampredi in collaborazione con il professor Mario Sperluzzi, il piccolo due tempi divenne una piccola chicca di ingegneria.

I problemi del due tempi

Il motore della Iso Rivolta nasce per essere montato sui primi scooter e motocicli dell’azienda lombarda. I suoi ideatori però volevano ovviare alle tipiche problematiche dei motori a due tempi, su tutte il difficile ricambio della miscela aria-combustibile nei cilindri. Il due tempi infatti è sprovvisto del sistema di distribuzione tradizionale a valvole, ma sfrutta lo scorrimento del pistone per aprire le luci lungo le pareti del cilindro. Durante la corsa di espansione, le luci di scarico sono le prime ad aprirsi e conseguentemente le ultime a chiudersi durante la risalita del pistone. La sovrapposizione tra le aperture delle diverse luci ostacola il ricambio dei gas combusti, ma soprattutto permette alla miscela fresca di “scappare” direttamente attraverso lo scarico senza essere combusta. A risentirne ovviamente sono le prestazioni.

Due cilindri per una sola camera

L’ingegner Lampredi scelse dunque di impiegare un’architettura che aggirasse i limiti del due tempi. Il motore a cilindro sdoppiato vede due pistoni, con la biella del secondo innestata sulla madre del primo. I pistoni scorrono in due canne parallele, ma si affacciano in una camera di scoppio comune. Il movimento del primo pistone nella corrispettiva canna apre e chiude la luce di scarico, mentre il secondo comanda l’apertura della luce di travaso per l’immissione della miscela.

motori strani: il due tempi a cilindro sdoppiato

Dal momento che la biella del primo pistone precede la gemella, durante la rotazione dell’albero motore questo aprirà e chiuderà la luce di scarico sempre prima di quella di travaso. In questo modo si accorcia la sovrapposizione tra le aperture delle due porte, limitando la fuoriuscita della miscela incombusta attraverso i condotti di scarico. Il motore a cilindro sdoppiato garantisce così potenze e coppie superiori alle già elevate prestazioni di un tipico motore a due tempi, abbattendone allo stesso tempo usura e consumi.

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Dalle moto alle auto

Il cilindro sdoppiato nasce nella sua prima versione da 125 cilindrata. A queste ne seguono dei modelli più capienti, rispettivamente da 150, 200 236 cc. Proprio quest’ultima versione viene montata sulla celebra Iso Isetta, nota per l’accesso dal portellone anteriore, garantendole 9.5 cavalli di potenza a 4500 giri al minuto, 85 km/h di velocità massima e un consumo di 3.75 L/100 km. Un motore unico per un’automobile altrettanto unica.

FP | Carlo Platella
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