Brad Binder, Red Bull KTM Factory Racing
Tra le altre cose, si tratta di una sorta di pietra miliare, perché con il suo 1’43″489 ha fatto cadere il precedente primato di Jorge Lorenzo che resisteva addirittura dal 2015, quando la classe regina calzava ancora le gomme Bridgestone.
Sembrava un altro venerdì complicato per Pecco Bagnaia, che fino a pochi minuti dal termine ha continuato a lavorare sulla messa a punto della sua Ducati per migliorarne la stabilità in frenata. Nel finale però pare aver trovato la quadra, perché con il time attack è risalito fino alla seconda posizione, staccato di soli 29 millesimi da Binder. Inoltre, sono stati discreti anche i suoi tempi con la gomma media, ragionando in ottica gara.
E’ decisamente più ampio però il contingente Ducati, perché tra la quarta e la settima posizione ci sono solamente delle Desmosedici GP: in quarta piazza c’è Jorge Martin e questa volta anche il portacolori del Prima Pramac Racing ha dato la sensazione di lamentarsi della stabilità in staccata. Il madrileno è a 354 millesimi e precede di poco più di un decimo un Marco Bezzecchi parso meno brillante rispetto all’India.
Molto positiva la prestazione di Fabio Di Giannantonio, bravo a staccare il sesto tempo per il Gresini Racing, mantenendo il suo distacco al di sotto del mezzo secondo, mentre in settima piazza troviamo il francese Jorge Martin. Al netto delle assenze per infortunio di Alex Marquez e Luca Marini, l’unica Ducati a non aver centrato la Q2 è quindi quella del collaudatore Michele Pirro, chiamato ancora una volta a sostituire Enea Bastianini, che è 20° ad oltre 2″.
Dopo essere state competitive in India, le moto giapponesi invece sono tornate a faticare, e non poco, sulla loro pista di casa. Per trovare la migliore bisogna scendere addirittura fino alla 12° posizione occupata da Joan Mir, che sta continuando a lavorare con la base della RC213V 2024 che ha esordito nei test di Misano, ma si ritrova staccato di quasi un secondo e alle spalle anche dell’Aprilia RNF di Miguel Oliveira.
A seguirlo ci sono Fabio Quartararo e Marc Marquez, che sono stati entrambi vittime di cadute. Molto strana quella di “El Diablo”, che ha perso in maniera piuttosto secca l’anteriore della sua Yamaha in inserimento della curva 6, prendendo anche una bella botta ad un piede. L’otto volte iridato invece ha esagerato alla staccata della curva 1 nel suo ultimo time attack, ritrovandosi così 14°, giusto davanti alle due M1 di franco Morbidelli e del collaudatore Cal Crutchlow, impegnato in una wild card.
Sessione molto travagliata per Raul Fernandez e non solo per la sua 17° posizione: il pilota dell’Aprilia RNF, infatti, è caduto per ben due volte, sempre alla curva 10. Chiude il gruppo Alex Rins, al rientro dopo la frattura di tibia e perone rimediata al Mugello. Il pilota della Honda LCR ha completato appena 6 giri in questo secondo turno, cosa che lascerebbe presagire che potrebbe anche decidere di alzare bandiera bianca e chiudere anzitempo il suo weekend.