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L'Ue si muove per l'indipendenza dall'Asia: il Chips Act va avanti

La commissione Industria ed Energia all'Europarlamento approva il piano da 43 miliardi sui semiconduttori, tanti cari anche alle auto

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Semaforo verde, per la seconda volta (o quasi). Dopo il primo “sì” al Consiglio dell’Ue, lo European Chips Act passa all’esame della commissione Industria ed Energia (Itre) del Parlamento europeo, che dà il via libera al piano da 43 miliardi di euro con 67 voti a favore, 1 contrario e 4 astenuti. Non è ancora l’approvazione definitiva, ma un passo avanti molto importante.

Così il Vecchio Continente prova a dire basta alle importazioni di semiconduttori, usati anche nelle auto. Gli obiettivi sono diventare indipendente dall’Asia e raddoppiare la quota di mercato nel mondo, passando dall’attuale 10% scarso al 20% entro il 2030. Ma quali sono le novità introdotte dagli eurodeputati?

Produzione, mappature e non solo

Con le loro modifiche al testo – presentato dalla Commissione europea a febbraio scorso e approvato dal Consiglio dell’Ue a dicembre –, i parlamentari di Strasburgo fanno sapere di essersi concentrati soprattutto sui chip di nuova generazione e su quelli quantistici.

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Chip, usati anche nelle auto

Verrà anche creata una rete di centri di competenza, che dovranno attirare talenti in ricerca, progettazione e produzione. La normativa prevede poi un meccanismo di risposta alle crisi, con l’esecutivo Ue chiamato a valutare rischi e segnalazioni degli Stati membri.

A quel punto, la Commissione europea potrebbe far scattare delle misure di emergenza, dando priorità alle forniture di certi materiali. Ancora, la catena di approvvigionamento dovrà essere mappata, mentre tutto il blocco sarà chiamato a stringere più accordi con partner internazionali come Stati Uniti, Giappone, Corea del Sud e Taiwan. Compito di tessere la trama di rapporti spetterà a Bruxelles, con un’iniziativa da presentare in futuro.

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Quanto contano i chip nelle auto

Più ricerca e sviluppo

Insomma, la lezione della pandemia è servita: sui semiconduttori è meglio prevenire che curare. E non è tutto. Insieme allo European Chips Act, il Parlamento Ue approva la proposta Chips Joint Undertaking, che attua le misure introdotte con Chips for Europe.

Al centro dell’iniziativa ci sono investimenti in ricerca, sviluppo e innovazione, soprattutto di tecnologia definite “all’avanguardia e di nuova generazione”. Per finanziare il tutto, serviranno però nuovi fondi e una riallocazione delle risorse di Horizon Europe. Il tutto dovrebbe aggiudicarsi un tesoretto da 3,3 miliardi di euro.

I prossimi passi

Superato lo step in commissione Itre, lo European Chips Act sbarcherà alla plenaria dell’Europarlamento per la sessione del 13-16 febbraio. “Se non vi sarà alcuna richiesta di sottoporre al voto la decisione di avviare i negoziati – scrivono i deputati Ue –, il Parlamento europeo potrà avviare i colloqui con il Consiglio dell’Ue”. In una parola, trilogo. Negli stessi giorni, Strasburgo voterà la proposta Chips Joint Undertaking.

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