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Le auto ibride convincono di più

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Le auto ibride convincono di più

Sempre più persone pensano all’acquisto di un’auto elettrica o ibrida, spinte dalla componente economica legata all’aumento di prezzo dei carburanti e dall’attenzione all’ambiente, anche se la mancanza di stazioni di ricarica costituisce ancora la maggiore preoccupazione su questo fronte. Non per nulla la quota di auto elettriche in Italia sta crescendo ma rimane ancora bassa.

Spazio all’elettrico o ibrido. Da uno studio annuale (EY Mobility Consumer Index 2023) condotto dall’azienda specializzata in consulenza EY su 20 paesi, inclusa l’Italia, con oltre 15 mila intervistati, emerge che il 55% di coloro che nel mondo intendono comprare un veicolo ne acquisterà uno elettrico o ibrido.

Il prezzo elevato del carburante viene indicato come motivazione principale, superando il tema ambientale. D’altro canto, sebbene le preoccupazioni per i costi di acquisto iniziali siano diminuite grazie alla disponibilità di modelli più accessibili, per oltre il 30% degli intervistati la mancanza di stazioni di ricarica costituisce ancora la maggiore barriera in fase di acquisto.

La ricerca conferma un aumento della fiducia dei consumatori nei confronti di mezzi elettrificati, il che si traduce nell’incremento delle intenzioni di acquisto nella maggior parte dei mercati, tra cui Stati Uniti (+19%), Svezia (+12%) e Giappone (+11%). Nel complesso l’indice di questa edizione, per quanto riguarda la propensione dei consumatori all’acquisto di un veicolo elettrificato, vede la Cina al primo posto (75%) seguita da Italia (70%), Norvegia (67%), Svezia e Giappone (64%).

Le propensioni all’acquisto di una nuova auto. In Italia si osserva un deciso incremento rispetto ai dati dello scorso anno in merito alla propensione all’acquisto, con circa il 55% dei rispondenti che vorrebbero comprare una nuova auto nei prossimi 24 mesi, in aumento del 16% circa quest’anno rispetto alle rilevazioni effettuate nel 2022, prediligendo macchine di media o bassa gamma rispetto a Suv e a mezzi di categorie premium.

Per quanto riguarda la propensione per i veicoli elettrificati, nel 2023 si osserva un trend stabile rispetto all’anno precedente (70% contro 73% dell’anno scorso) delle intenzioni di acquisto nei prossimi 2 anni, ma la media continua a rimanere al di sopra di quella degli altri Paesi esaminati (55%) a esclusione solamente della Cina al 75%.

Guardando nel dettaglio alla motorizzazione, la predilezione per i veicoli Bev (Battery electric vehicle, ovvero le macchine interamente elettriche) cala leggermente rispetto alle rilevazioni del 2022 (da circa il 23% al 21%), mentre rimane stabile la propensione al plugin (cioè le auto che si ricaricano con la presa) equivalente al 22% e superiore alla media globale (12%).

Tra i principali motivi di questa tendenza, per la prima volta il fattore economico, ovvero l’aumento dei prezzi dei carburanti, è in testa per il 40%, mentre le tematiche di sostenibilità ambientale si posizionano al secondo posto per il 38%, assieme a quelle di incentivazione monetaria e sussidi. C’è da tenere presente che però i dati di mercato evidenziano ancora una distanza tra le intenzioni e la realtà (la quota di auto Bev immatricolate da gennaio a luglio è del 3,9% circa).

Tra le ragioni che limitano l’adozione dell’elettrico c’è la percezione di un’infrastruttura di ricarica non adeguata alle proprie esigenze (il 40% dei rispondenti la indicano come fattore deterrente). Il costo della vettura oggi, infatti, è meno impattante (per il 42%) rispetto a due anni fa (si sfiorava il 60%) grazie ai sussidi all’acquisto previsti e al progressivo calo dei prezzi; il range di autonomia rimane un punto critico ancora percepito dai clienti (per il 30% circa).

Le nuove abitudini di mobilità. Le abitudini di mobilità in Italia, soprattutto dopo la pandemia, sono strettamente correlate con i nuovi stili di vita e bisogni dei consumatori. A differenza delle precedenti rilevazioni, si osserva un progressivo ritorno nei luoghi di lavoro fisici: solo il 14% degli intervistati dichiara di lavorare da remoto per più di 3-4 giorni contro circa il 20% della scorsa rilevazione; in generale, il lavoro ibrido rimane la modalità prediletta da circa il 50% dei rispondenti (dato inferiore di oltre 10 punti percentuali rispetto alla media globale).

Questa tendenza si riflette anche nelle abitudini di mobilità. In Italia, l’utilizzo dell’auto personale ha avuto una crescita importante rispetto allo scorso anno registrando un +10% mentre si assiste al continuo calo nell’uso dei mezzi di trasporto pubblici, così come delle opportunità offerte dalla mobilità condivisa e del car sharing, con rispettivamente un -10% e -6%. Anche la cosiddetta micro-mobilità (biciclette e monopattini) registra un -3% rispetto ai dati dell’anno scorso mentre è in crescita del 5% l’utilizzo di mezzi a motore a due ruote per gli spostamenti per motivi di lavoro o di studio.

Lo scenario italiano. C’è da osservare comunque che le auto elettriche rappresentano ancora una piccola quota del parco circolante nella Penisola. Secondo l’analisi del Centro Studi di AutoScout24 (piattaforma online dedicata al mercato dell’auto) sulla base dei dati dell’Aci, nel 2022 le auto ibride ed elettriche in circolazione hanno raggiunto quota 1.715.000 (+49,2% sul 2021), ma rispetto al totale rappresentano solo il 4,3%, con le elettriche che si fermano allo 0,4%.

C’è un trend in crescita ma non ancora sufficiente per un rinnovo radicale del parco auto esistente, storicamente datato e obsoleto: sempre nel 2022 sono circa 20,18 milioni le vetture in circolazione con una classe di emissioni Euro 4 o inferiore (oltre la metà sul totale), di cui quasi 4,41 milioni Euro 0-1 (11%). Anche considerando l’età media, quattro macchine su dieci, pari a circa 15,84 milioni, hanno 15 anni o più.

Che l’età media delle auto stia crescendo lo conferma anche un’analisi, realizzata su un campione di 2.548.401 preventivi raccolti sul comparatore online Facile.it tra il 2016 e il 2023, da cui emerge che tra gennaio e giugno 2023 l’età media delle auto italiane era pari a 11 anni e 7 mesi; il valore è in crescita del 7% rispetto allo stesso periodo del 2022, del 16% sul 2021 e del 28% se si guarda ai primi sei mesi del 2016.

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