Si chiama FUTUR-E. Sembra una supercar, ma è una barca. Una barca con i foil al posto delle ruote, il motore elettrico anteriore, la trazione (cioè l’elica…) posteriore e la capacità di volare sull’acqua a 30 nodi. Costruita in fibra di carbonio, è lunga 5,2 metri e offre un abitacolo con 4 posti, uno anteriore e tre dietro. Il cruscotto è una combinazione di schermi avvolgenti e tutti i dati di navigazione e motore sono sotto gli occhi del pilota. Il tutto è frutto di una start-app del Centrostiledesign, azienda emiliana guidata da Davide Cipriani, 42enne creativo con il pallino dell’innovazione, con il quale hanno lavorato al progetto i colleghi Massimo de Luca (ingegnere aerospaziale specializzato anche in ingegneria navale) e Alessandro Resta (ceo di FUTUR-E foiling e responsabile della produzione). «FUTUR-E è il natante che non c’era» dicono con orgoglio i progettisti, spiegando che questo concept decisamente fuori dagli schemi «sintetizza l’industria nautica, quella aeronautica e quella automobilistica».
Ciò detto, l’elettrico applicato alla “piccola nautica” cresce su un versante meno avveniristico, ovvero in uno scenario popolato da proposte concrete mirate all’eco-compatibilità ambientale. La nautica green, infatti, occupa ormai un posto stabile in tutti i saloni ed è in crescita la diffusione dei motori fuoribordo a emissioni zero, con i giapponesi di Yamaha e gli americani di Mercury davanti a tutti. Ma si fanno apprezzare, nel quadro dell’impegno ecologista, anche soluzioni geniali come il sistema mangiaplastica applicato ai motori di Suzuki Marine. Non mancano anche proposte di full electric entrobordo, come l’SQ240i di Invictus, un natante di 7,48 metri con motore in linea d’asse Molabo da 50 KW. È un vero gioiello, ma la tecnologia è costosa, e il prezzo supera i 100.000 euro, decisamente troppo per una barchetta che navigando alla velocità massima di 18 nodi non ha più di 30 minuti di autonomia. A 6,5 nodi, comunque, la capacità aumenta fino a 4 ore, e il dato è in linea con quello di concorrenti sempre più interessati a conquistare un mercato tutto da scoprire: quello della navigazione lacustre, che in molti casi, soprattutto nel Nord Europa, vieta l’uso di motori termici.