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Ferrari: perché alla fine è sempre e solo questione di capire

Il GP di Gran Bretagna è ormai alle porte. Red Bull dovrebbe introdurre un ulteriore pacchetto di aggiornamenti stando a quanto riferito da Helmut Marko. La stessa cosa dovrebbe fare la Mercedes che, per bocca del suo direttore tecnico, James Allison, ha preannunciato interessanti novità. McLaren, che la settimana scorsa ha presentato una nuova ala anteriore che ha immediatamente offerto i frutti sperati, dovrebbe semplicemente ottimizzare il package. E la Ferrari?

Maranello, dopo aver installato il secondo, massiccio, pacchetto di aggiornamenti sulla SF-24, in Spagna, non intende accelerare ulteriormente sullo sviluppo. Ora bisogna capire. Eh sì, il Cavallino Rampante deve comprendere perché gli update della svolta si sono invece rivelati quelli della condanna tecnica. 

ferrari: perché alla fine è sempre e solo questione di capire

La Ferrari SF-24 in azione allo Spielberg in un gran premio difficile sul fronte tecnico

Senza metterla troppo sul tecnico – è pieno il web di rinomate testate che se ne occupato coi loro bei numerini, i disegnini, le freccette che indicano una virgola che da un’altra angolazione non esiste – il problema è la disarmonia che si è venuta  a creare tra parte meccanica e aerodinamica.

In parole semplici – siamo persone pragmatiche ed evitiamo di imbonirvi con termini roboanti dal gusto molto provinciale – il carico generato dalla nuova veste aerodinamica non è supportato da sistemi sospensivi adeguati.

Ve ne abbiamo parlato lunedì in questo focus (leggi qui) ed è quindi non necessario ritornarci su. Maranello sconta una politica poco aggressiva sul fronte meccanico che, nei fatti, sta limitando l’azione degli aerodinamici. Errore di tutti però perché una vettura è figlia di un lavoro simbiotico tra aree progettuali e qui, ormai pare evidente, qualcosa non è andata per il verso giusto. 

A Silverstone, dunque, la Ferrari SF-24 sarà oggetto di analisi e studi approfonditi senza che nessun’altra variabile verrà introdotta. Fred Vasseur l’ha detto ieri senza lasciare adito a diverse interpretazioni: “Questo weekend avremo il formato standard, con tre sessioni di prove libere, che dovremo utilizzare per trovare un assetto che permetta di sfruttare le novità. Come ho detto anche a Imola, quando sono arrivati i primi upgrade, saper mettere a punto al meglio la vettura può valere tanto quanto il peso specifico delle nuove componenti”.

La cosa suona abbastanza sinistra. Non sono bastate quattro sessioni di libere, tre qualifiche (una sprint), una gara veloce e due gran premi interi per cavare il ragno dal buco. Silverstone che si trasforma in uno studio medico per analizzare il paziente e capire da dove nascono i dolori. E soprattutto perché. 

ferrari: perché alla fine è sempre e solo questione di capire

Enrico Cardile – Direttore tecnico Scuderia Ferrari

A partire da venerdì ci si attende diverse prove comparative tra le vetture di Charles Leclerc e Carlos Sainz e quando ciò avviene, dopo tre gare dall’introduzione delle novità che salvifiche non si sono mostrate, non è mai un buon segno. Ferrari lavora alla soluzione di problemi con un direttore tecnico, Enrico Cardile, che a Silverstone potrebbe restarci vestendo però i panni della Aston Martin. 

Altra situazione che descrive come a Maranello certe pessime abitudini non vogliano mai tramontare. I rivali introducono aggiornamenti che funzionano immediatamente, la Ferrari ha bisogno di tempo per valutarli. E in una Formula Uno senza test in pista, caratterizzata da un calendario fittissimo e condizionata da un meccanismo ATR per la Rossa penalizzante, questo è un modo di procedere antistorico. Insomma, cari lettori, è proprio il caso di dire che mentre il medico studia il paziente muore.

Crediti foto: Scuderia Ferrari HP

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