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Domani “auto nere” Ncc in corteo contro il “Pacchetto Salvini”: le ragioni della protesta

domani “auto nere” ncc in corteo contro il “pacchetto salvini”: le ragioni della protesta

Domani “auto nere” Ncc in corteo contro il “Pacchetto Salvini”: le ragioni della protesta

Operatori Ncc di nuovo piazza, a Roma, per protesta contro i cosiddetti “decreti Salvini”, che dovrebbero dare piena attuazione (con cinque anni di ritardo) alle norme che regolano il servizio di auto a noleggio con conducente. Domani mattina alle 12, un corteo autorizzato di “auto nere” si metterà in moto dal Palaeur per raggiungere piazza della Repubblica, in centro città. Possibili forti ripercussioni sul traffico della Capitale: secondo gli organizzatori, la partecipazione alla manifestazione sarà massiccia, con decine di auto e van in arrivo da tutta Italia.

All’arrivo, intorno alle 14, prevista un’assemblea pubblica, dopo quella che il 29 febbraio sancì la rottura con il ministro dei Trasporti Matteo Salvini. Come allora, l’obiettivo della manifestazione promossa da Anitrav, Comitato Air, Sistema Trasporti, Associazione Ncc Italia e Asincc, è contestare il pacchetto di provvedimenti in cantiere (due Dm e un Dpcm) ritenuto penalizzante e vessatorio per le aziende e i lavoratori del settore, da tempo all’attenzione del “tavolo Mit-Ncc-Taxi” presso il ministero di Porta Pia.

Al momento, la mobilitazione Ncc non trova riscontro al Mit, che nei giorni scorsi ha ribadito come i decreti servano “anche per sbloccare le autorizzazioni Ncc ferme da anni”, e che “in nessun modo verranno tutelati gli abusivi”. Fonti del ministero hanno poi difeso il confronto “aperto e trasparente con le categorie” e le proposte avanzate agli operatori “su cui si attendono i contributi delle categorie: il confronto è utile per trovare soluzioni, le manifestazioni con tanto di insulti certamente no”.

Sin qui, il confronto al “tavolo” è stato poco fruttuoso: a fine febbraio la maggior parte delle sigle (21 su 27), comprese quelle più rappresentative delle imprese delle auto a noleggio si sono infatti sfilate appena sono emersi i dettagli delle bozze dei provvedimenti in itinere, che regolano il ricorso alle piattaforme tecnologiche di intermediazione (app) e disciplinano il modello del foglio di servizio elettronico. Secondo gli Ncc, sono in arrivo norme di carattere discriminatorio, che affosseranno il comparto avvantaggiando solo i tassisti, a scapito dei tradizionali utilizzatori dei servizi Ncc, come le imprese e i tour operator.

Fa eccezione il Dm Mit che disciplina il Registro Elettronico Nazionale (cosiddetto Ren), per la registrazione delle imprese titolari di licenza Taxi e Ncc: il mondo delle auto a noleggio è favorevole alla sua introduzione perché misura utile a combattere l’abusivismo, e aprirebbe la strada al rilascio di nuove licenze Ncc, bloccate dal 2019 proprio in attesa dell’attuazione del Ren. Sul punto, è da poco intervenuta anche la Corte costituzionale, che ha bocciato la sospensione dei nuovi permessi disposto dalla legge 12/2019 (Governo Conte 1), che appare rispondere a “un’istanza protezionistica” e non a “un interesse della collettività”.

Ma vediamo più da vicino le ragioni della protesta delle “auto nere”, mobilitate da settimane per indurre il governo ad un cambio di rotta nella gestione del dossier Ncc.

1) Uno dei nodi principali del confronto con il ministro dei Trasporti riguarda l’obbligo di far passare almeno un’ora di tempo tra lo svolgimento di un servizio singolo Ncc e l’altro. Si tratta del cosiddetto minimun waiting time previsto dalle bozze del Dpcm piattaforme tecnologiche di intermediazione: un paletto che gli operatori considerano punitivo e con ripercussioni pesantissime su turisti e pellegrini.

2) Un altro punto di attrito riguarda il rischio che le norme attuative della legge 12/2019, e in particolare il Dpcm piattaforme tecnologiche, vietino agli Ncc di ricorrere a servizi di intermediazione garantiti non soltanto dalle piattaforme ma anche da società di servizi, hotel, agenzie viaggio, cooperative e società. In pratica, gli operatori delle auto a noleggio non potrebbero ricorrere all’intermediazione svolta dagli agenti di viaggio. Per esempio, prenotazione di servizi Ncc anche nell’ambito di pacchetti turistici forniti ai clienti.

3) La bozza del Dm Foglio di lavoro elettronico prevede l’obbligo per gli Ncc di specificare il tragitto del servizio richiesto dal cliente e in quali orari, con indicazione della destinazione e del nominativo cliente, Per gli operatori questo adempimento presenta forti rischi sul fronte della privacy, con obblighi gravosi sul fronte della conservazione dei dati.

4) Le bozze del “pacchetto Salvini” reintroducono in pratica l’obbligo del controverso rientro in rimessa per gli operatori Ncc, salvo il caso di sussistenza di un contratto di durata concluso senza intermediazione, indicando “la rimessa o le sedi dei vettori aderenti” come luogo di raccolta delle richieste di servizio

C’è poi una ulteriore ragione di malcontento per gli Ncc, che esula dal “pacchetto Salvini” ma che sta molto a cuore alla categoria. Parliamo dell’articolo 85 del Codice della Strada che si occupa proprio del “Servizio di noleggio con conducente” e. in caso di infrazione prevede, tra le sanzioni accessorie per chi è possesso di autorizzazione Ncc, il fermo amministrativo del veicolo da due a otto mesi. Per gli operatori si tratta di una “norma in bianco” che consente all’agente accertatore di bloccare l’attività Ncc per mesi, anche per piccole infrazioni e senza la necessità che si pronunci un giudice, con una evidente disparità di trattamento rispetto ai tassisti.

Per le sigle che rappresentano imprese e operatori Ncc, l’occasione per correggere il tiro è la riforma del Codice della Strada – altro dossier che sta a cuore al ministro Salvini – da martedì 26 marzo in dirittura d’arrivo alla Camera in prima lettura, ma finora ogni tentativo di far passare un emendamento correttivo dell’articolo 85 è stato inutile, mettendo in ulteriore stato di agitazione il settore. Per questo, il corteo delle “auto nere” punta a ottenere una modifica in Parlamento all’articolo 85 CdS, che renda le sanzioni meno aletorie.

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