La Corea del Sud ha introdotto sulle sue strade una nuova misura che servirà ad attenuare l’utilizzo delle auto di lusso aziendali per le proprie attività personali approfittando – molto spesso – degli innumerevoli vantaggi – disponibili nel mercato automobilistico del Paese facendo precipitare in maniera vertiginosa le immatricolazioni.
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Questa normativa dal mese di gennaio di quest’anno vieta l’utilizzo delle targhe verdi fluorescenti su tutte le auto aziendali, il cui valore di mercato è pari a 80 milioni di won ovvero 54 mila euro.
Nuova normativa coreana: tutte le informazioni necessarie
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Al Financial Times, il celebre quotidiano inglese di finanza ed economia, uno dei massimi esperti nel settore delle auto sud coreano ha affermato che:
La gente, guarderà male tutti coloro che scendono da un’auto di lusso dotata di targa verde, in modo particolare se ciò accade in una via dedicata allo shopping o in un circolo di golf.
Il Governo si lamentava del fatto che potendo detrarre dalla tasse d’acquisto anche i costi per il mantenimento, tutti i veicoli che venivano usati per scopi privati e non solo aziendali stavano ottenendo dei risparmi fiscali non dovuti.
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Dall’inizio dell’anno ad oggi nella Corea del Sud il numero delle auto di lusso immatricolate come auto aziendali ha avuto un calo notevole, si parla infatti del 27% in meno rispetto agli anni precedenti e se calcoliamo l’altissimo numero di concessionarie coreane nei prossimi mesi questa caduta potrebbe essere ancora peggiore, visto che moltissime auto erano state prenotate prima ancora dell’entrata in vigore di queste nuove regole.
Il calo è stato risentito da tutto il mercato automobilistico del Paese, ma il settore maggiormente colpito è stato quello delle auto superlusso quelle il cui valore di mercato supera i 150 milioni di won (l’equivalente di 100 mila euro).
Solo nel primo trimestre le vendite di auto sono state:
- Bentley ha subito un crollo del 77%;
- Lamborghini ha subito un crollo del 22%;
- Porsche con un crollo del 23%;
- Rolls- Royce con un crollo del 35%.
Questo per i grandi marchi – come quelli sopra citati – rappresenta un enorme problema, dato che la Corea del Sud rappresenta il terzo principale mercato asiatico delle supercar dopo la Cina e il Giappone. Ovviamente dobbiamo mettere in conto che molto probabilmente questo esempio messo in atto dal Paese potrebbe essere ben presto replicato altrove.