Classiche

DeLorean

Doc e Marty nei guai, DeLorean fa causa a Ritorno al Futuro

La nuova proprietà del brand che ha creato la DMC12 protagonista della trilogia di film di Zemeckis ha chiesto un risarcimento alla Universal

Doc e Marty nei guai, DeLorean fa causa a Ritorno al Futuro

Hanno affrontato i viaggi nel tempo, i Libici, Biff Tannen e anche il suo antenato Buford “Cane pazzo” Tannen ma Doc e Marty McFly non avrebbero mai pensato di dover avere a che fare anche con i giudici del tribunale. E tutto per colpa, ancora una volta, della mitica DeLorean DMC12, l’auto protagonista di Ritorno al Futuro. La vettura resa celebre dalla trilogia di Robert Zemeckis con Michael J. Fox e Christopher Lloyd è infatti oggetto di una causa intentata dalla nuova proprietà del brand americano che ha prodotto la DMC12 (con scarsissima fortuna tra l’altro) e la Universal, con gli studios che sarebbero colpevoli di non aver riconosciuto in modo corretto gli utili previsti per gli introiti provenienti dal film.

La nuova proprietà della DeLorean avrebbe chiesto un ricalcolo alla Universal, con quest’ultima che avrebbe rifiutato e da qui si è passati subito per vie legali. Se i giudici dovessero dare ragione al marchio automobilistico, potrebbe esserci un precedente importante ma sopratutto un risarcimento monstre. Chissà se almeno in questo la DeLorean avrà maggior fortuna di quanta avuta al momento del lancio della DMC12, divenuta celebre dopo il fallimento dell’azienda proprio grazie al cinema viste le sfortune commerciali dovute ad inaffidabilità e scelte sbagliate.

DeLorean DMC-12, in vendita un esemplare come nuovo

Il padre di questo modello è appunto John Z. DeLorean, laureato in ingegneria automobilistica con esperienze in Chrysler e Packard, per poi lasciare un segno in Pontiac e trovare la sua consacrazione in Chevrolet nel 1969. Gli bastano 3 anni e diventa vice-presidente della divisione cars and trucks di General Motors ma a quel punto capisce che quel ruolo dirigenziale gli sta stretto e così si licenzia. Non si tratta di addio al mondo dell’auto ma di un nuovo inizio per John che comincia a sviluppare l’idea di costruire la prima auto sportiva etica al mondo, una vettura che potesse essere sicura, veloce e allo stesso tempo garantire consumi di carburante ridotti. De Lorean si guarda attorno e inizia a riunire persone che condividono la stessa visione e che possono aiutarlo a trasformarla in realtà: a partire da Colin Chapman, fondatore di Lotus, che aiuterà DeLorean con il telaio fino a Giorgetto Giugiaro artefice del design della vettura. Nel 1974 fonda l’omonima azienda, con la sua auto ideale che inizia a prendere forma attorno ad alcuni elementi principali, quali una carrozzeria in acciaio inossidabile per risolvere il problema della ruggine (una vera piaga per le auto dell’epoca), un’abitacolo che potesse ospitare anche comodamente due adulti ma sopratutto le famose porte ad ali di gabbiano, che avrebbero conferito un tratto distintivo alla vettura.

De Lorean voleva utilizzare un motore rotativo, per questo sviluppo un progetto chiamato DeLorean Safety Vehicle (DSV), il cui primo prototipo fu presentato nel 1976. L’idea del Wankel venne tuttavia abbandonata e la scelta del propulsore ricadde sul V6 Peugeot-Renault-Volvo (PRV), un’unità che garantiva buoni risultati in termini di solidità e affidabilità. Il nome scelto fu DeLorean DMC-12, con il 12 che rappresentava il prezzo di 12.000 dollari che avrebbe dovuto avere questo modello. Una cifra che oggi si aggirerebbe sui 55.000 dollari. John DeLorean inizia la ricerca di un sito produttivo al di fuori degli Stati Uniti e alla fine la scelta ricade sull’Irlanda del Nord, sfruttando così gli incentivi produttivi locali. Tra Dunmurry e Belfast nascono così la pista prova e il sito di assemblaggio e nel natale del 1980 parte una campagna commerciale negli Stati Uniti per accrescere l’interesse attorno a questa nuova vettura. La DeLorean DMC-12 arriverà su strada nel 1981, con i primi esemplari consegnati ai clienti.

E’ l’inizio della fine. Gli automobilisti che si trovano al volante devono affrontare diversi problemi di affidabilità, tanto che è più il tempo trascorso in officina che al volante. La DMC-12 non è nemmeno così confortevole e al di là del design futuristico e spigoloso, non mantiene le promesse nemmeno in fatto di performance. Alla fine verranno prodotti soltanto 9.200 esemplari, con lo stop già nel 1982. L’azienda entra intanto in crisi, trovandosi a fronteggiare anche un periodo economicamente complicato negli USA, con un paese impegnato ancora riprendersi dalla crisi petrolifera del 1979. La fabbrica in Irlanda viene chiusa e iniziano anche i guai giudiziari per John DeLorean che viene arrestato dall’FBI, riuscendo ad essere assolto dalle accuse del governo federale soltanto nel 1986. A vendere gli ultimi esemplari di DMC-12 ci pensò la Consolidated International, un’azienda che si occupava di liquidazioni fallimentari e che cercò un proprietario per le ultime vetture rimaste. Eppure il successo atteso alla fine arrivò ma non nelle concessionarie, bensì sul grande schermo proprio grazie a Back to the Future, la trilogia Ritorno al Futuro di Robert Zemeckis. Ora DeLorean è pronta a chiedere il conto che potrebbe essere davvero salatissimo.

FP | Gianluca Sepe
@SepeGianlu RIPRODUZIONE RISERVATA

TOP STORIES

Top List in the World