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Dite che 3 ruote bastano per divertirsi? La prova della Morgan Super 3

Una manciata di chilometri a bordo della Morgan Super 3, erede della three wheeler. Sono bastati per far partire il colpo di fulmine

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Il mondo si divide in due: chi pensa che per godersi in pieno una strada ci vogliano 2 ruote e chi invece pensa che nulla sia meglio di una guidata su 4 ruote. Io ho capito che – come spesso accade – la virtù sta nel mezzo. Forse. Di certo in quel mezzo c’è una goduria molto particolare.

Una goduria che ha le forme della Morgan Super 3, ultima incarnazione dei mezzi a 3 ruote della Casa inglese. Se infatti in molti conoscono (e amano) Plus Four e Plus Six, è con un’auto a 3 ruote che l’epopea di Morgan è iniziata. Era il 1909 e a 113 anni questo particolare oggetto continua a sopravvivere. E lo fa in una maniera tutta sua. Che ho provato per qualche chilometro. Infreddolito dal vento di fine novembre. Riscaldato dall’effetto che solo un’auto (che auto non è, almeno per la legge italiana) così sa regalare.

Il suo corpo che cambia

Presentata a inizio 2022 la Morgan Super 3 prende il posto della Three Wheeler nella gamma della Casa, aggiornandone forme e meccanica, lasciando intatto lo spirito. Spirito che il superfluo lo lascia ad altri. Sì perché non le manca “solo” una ruota, ma tanto altro. Tetto? Niente, nemmeno una minuscola capote. Parabrezza? Zero, giusto un paio di deflettori. Vetri laterali? Ma vorrete mica viziare guidatore e passeggero!

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Volante (durissimo, il servosterzo mica serve), 3 pedali (no, niente cambio automatico), sedili morbidi inseriti in una abitacolo particolarmente stretto e strumentazione che al gusto old school accoppia (unica concessione alla modernità) due monitor digitali. Ma non aspettatevi animazioni spettacolari. Ve l’ho detto che qui l’essenzialità è di casa. Ci sono giusto i sedili riscaldabili (optional). 

Essenzialità spalmata su dimensioni da auto di segmento A: lunghezza 3,53 metri (non fosse per la mancanza di servosterzo la si parcheggerebbe con agilità), 1,84 di larghezza, 1,13 di altezza e passo di 2,53. Il tutto per un peso di 635 kg. Praticamente quasi quanto un pacco batterie di un’ammiraglia elettrica.

Un’essenzialità che fa riscoprire la cosa più importante di tutte: il gusto della guida. Quella vera.

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Eroica

Ora, capiamoci: tutti noi amiamo guidare al caldo, con climatizzatori a darci la giusta temperatura, l’infotainment ad accompagnarci con la nostra musica, il servosterzo, qualche sistema di sicurezza e assistenza alla guida. Sarebbe quasi impensabile immaginare un viaggio senza tutto questo. Spostamenti confortevoli e sicuri. 

Sulla Morgan Super 3 non ci si sposta. Si guida (con il casco, perché in Italia è omologata L5e). Un concetto ben differente che amplifica ogni sensazione. Che fa rimpiangere la mancanza delle comodità. Ma solo per qualche secondo, perché poi ci si cala in un mondo nuovo. Dove non serve nulla. Bastano 3 ruote. E un motore “piccolo”.

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A muovere la 3 ruote inglese infatti ci pensa un 1.5 3 cilindri (al posto del V2 delle vecchie generazioni, appollaiato sul frontale) di origine Ford. Un aspirato da 118 CV e 149 Nm di coppia. Numeri che per alcuni non basterebbero mai. Ma che i 635 kg della Super 3 li muovono, agendo sulla ruota posteriore, con assoluta agilità. E un sound per nulla filtrato da pannelli fonoassorbenti, filtri o altro. Un suono puro. Che non sarà quello di un frazionamento più nobile, ma che regala una colonna sonora che non ti aspetti.

E via: 0-100 in 7″. Non avevo con me un cronometro certificato ma si avverte pienamente lo scatto – di certo non bruciante – dell’inglesina. I dati ufficiali parlano poi di una velocità massima superiore ai 200 km/h. E qui mi sono fidato. Perché toccare tale quota su 3 ruote… lo lascio fare ad altri. Anche perché qui il concetto non è andare più forte possibili. È andare. Basta questo.

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Un bell’andare accompagnato dal cambio manuale 5 marce preso in prestito dalla Mazda MX-5. Un comando praticamente perfetto. Nella corsa, negli innesti, nel feeling che restituisce. D’altra parte la Miata è nata proprio come “omaggio” alle spyder inglesi. E più spyder e più inglese della Super 3 non so proprio cosa ci sia.

Divertirsi con poco

La Morgan Super 3 è un divertimento. Come detto, scomodo. Non solo lo sterzo è pesante, anche la frizione lo è. L’assetto non può essere semplicemente definito “duro”. Va oltre. E il braccio sinistro dove si mette? Lo schiacci tra corpo e carrozzeria? Lo lasci penzolare fuori? Schiacci in nervi appoggiando solo il gomito? Problemi che su un’auto normale farebbero parlare di tremendi difetti di ergonomia, studi errati da parte degli ingegneri. Qui invece fa tutto parte della storia. È una caratteristica della Super 3.

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Un accessorio di serie che accresce il fascino di un’auto che rappresenta un mondo che non c’è più. Un mondo che ruota intorno al concetto più puro di “guida”. E si, di auto da guidare ce ne sono ancora – grazie al cielo – ma ognuna di esse sembra un transatlantico super accessoriato in confronto alla Morgan Super 3.

Con prezzi inferiori però. Perché in Italia si parte da circa 60.000 euro da Romeo Ferraris, importatore Morgan esclusivo per il Bel Paese. Tanti per una fun car. Un’auto che nell’utilizzo di tutti i giorni farebbe venire i nervi anche a un asceta. Figuriamoci per fare un viaggio. Anche perché un bagagliaio non ce l’ha e bisogna – a pagamento – scegliere le speciali borse da appollaiare su posteriore e portiere.

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Eppure sulla Morgan Super 3 ha tutto senso. Tutto quello che non c’è. E si può sperimentare una sorta di assuefazione da mancanza. Sottrazione dopo sottrazione si ottiene un risultato che moltiplica ogni sensazione.

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