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Decreto legge carburanti, il Governo va avanti

decreto legge carburanti, il governo va avanti

Il Governo non sembra aver cambiato idea sul discusso decreto carburanti. Come riporta il Sole 24 Ore, oggi sarà votata la fiducia. Il voto finale sul provvedimento si terrà martedì 21 febbraio. Il Governo ha approvato l'emendamento di cui abbiamo parlato in passato e che ha apportato alcune modifiche che, però, non vanno a modificare la natura del provvedimento.

Dunque, con questo voto si andrà a confermare l'esposizione del prezzo medio regionale del carburante presso le stazioni di servizio accanto a quello praticato. Decisione che era stata pure bocciata dall'Antitrust come avevamo avuto modo di raccontare.

Inoltre, il Governo intende dare vita ad un'app ufficiale attraverso la quale sarà possibile, per le persone, consultare i prezzi della benzina e del diesel. App ritenuta da più parti superflua visto che applicativi simili e anche ben funzionanti, ne esistono già.

L'emendamento aveva poi ridotto le sanzioni previste nel caso i benzinai non rispettino le nuove disposizioni. Per esempio, sono previste multe da 200 euro a 2 mila euro, in base al fatturato, per chi viola gli obblighi di comunicazione ed esposizione dei prezzi dei carburanti. In origine le sanzioni erano di 500 euro – 6.000 euro. Prevista pure la sospensione dell'attività da 1 a 30 giorni (in precedenza da 7 a 90 giorni) che scatterà dopo 4 violazioni (in precedenza 3), anche non consecutive, nell’arco di 60 giorni.

Modifiche che avevano scontentato sia le associazioni di categoria e sia quelle dei consumatori. Il Governo, però, intende andare avanti.

LE REAZIONI

decreto legge carburanti, il governo va avanti

La decisione del Governo di non apportare ulteriori modifiche al decreto legge sui carburanti ha suscitato nuove polemiche. Per esempio, nei giorni scorsi Faib Confesercenti aveva chiesto di ripensare alla decisione di votare la fiducia.

Il cartello del prezzo medio servirà solo ad allineare al rialzo il prezzo finale dei carburanti, con grave danno dei cittadini e dei gestori, come per altro segnalato persino dall’Antitrust in audizione. Chiediamo all’esecutivo un supplemento di riflessione su un provvedimento che, come tutta la filiera e persino alcune associazioni di consumatori hanno sottolineato negli scorsi giorni, può divenire elemento di disturbo ai benefici della concorrenza. Con la richiesta di Fiducia si depotenzia il contributo che il Parlamento può dare alla materia e si espone il Paese al rischio che possa subire la contestazione della Ue per manifesta infrazione della normativa comunitaria antitrust, ritrovandoci a dover discutere lo stesso tema da qui a qualche mese.

Dello stesso pensiero anche Figisc-Anisa Confcommercio che la scorsa settimana aveva dichiarato:

Nonostante tutta la filiera, gli esperti di settore e l’Antitrust, avessero “bocciato” il famigerato cartello del prezzo medio, nonostante tutte le forze politiche di maggioranza ed opposizione, compattamente, abbiano cercato una mediazione ragionevole, presentando emendamenti per cercare di “migliorare” un provvedimento nato “di pancia” su presupposti e dati oggettivi sbagliati ed incontrollati, il Governo si impunta, imponendo il voto fiducia sul Decreto, come fosse una questione di vita o di morte, continuando ad individuare i Gestori quali responsabili di una speculazione che non esiste al livello della fase finale della distribuzione.

FIGISC/ANISA CONFCOMMERCIO, assieme ai propri gestori della rete stradale ed autostradale, esprime il più vivo disappunto per un esecutivo, che, in piena contraddizione, da un lato ha dichiarato pubblicamente che la Categoria non è responsabile di alcuna speculazione, mentre dall’altro la sottopone ad ulteriori controlli e sanzioni, sostenendo nei fatti le ragioni di una campagna denigratoria che la identifica ancora come la causa degli elevati prezzi dei carburanti portando avanti un’ideologia del “cartello” che non reca alcun beneficio, diritto od effetto pratico per gli automobilisti italiani, anzi semmai li espone al rischio di un allineamento dei prezzi verso l’alto e ad una riduzione della concorrenza.

Le associazioni di categoria parlano anche di ulteriori iniziative di protesta nei confronti del Governo. Vedremo quello che succederà nel corso dei prossimi giorni.

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