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Automotive, la ripresina d’autunno e le incognite del nuovo anno

automotive, la ripresina d’autunno e le incognite del nuovo anno

Automotive, la ripresina d’autunno e le incognite del nuovo anno

La produzione industriale nel settore dell’automotive cresce del 9,4% a ottobre, per il terzo mese di fila, e marca una differenza importante rispetto all’andamento dell’industria in senso lato, che invece accusa il colpo e sta rallentando. Il trend questa volta riguarda proprio la produzione di autoveicoli – in crescita di oltre il 16% rispetto ad ottobre 2021 – più della componentistica, che solitamente garantisce volumi stabili a fronte delle forti oscillazioni registrate dall’assemblaggio di autoveicoli.

Per spiegare la “ripresina” d’autunno che sta registrando il settore necessario far riferimento all’andamento della produzione negli stabilimenti italiani di Stellantis con la salita produttiva guidata dai nuovi modelli in produzione, a cominciare da Pomigliano dove si produce la nuova Alfa Romeo Tonale per arrivare a Cassino dove nasce il Grecale per Maserati.

Nello stabilimento campano, in particolare, durante l’ultimo incontro tra sindacati e direzione aziendale, è stato annunciato che a partire dal fine gennaio, grazie all’incremento degli ordinativi, la produzione del Tonale passerà da uno a due turni con una previsione media di oltre un migliaio di vetture prodotte al giorno, Fiat Panda compresa. Dal 9 gennaio poi arriveranno 260 lavoratori “in prestito” da altri stabilimenti italiani di Stellantis per sup-

portare la salita produttiva della nuova vettura che permetterà la fine dei contratti di solidarietà per gli addetti dello storico polo campano.

Il trend della ripresa dei volumi in Italia riguarda anche Cassino, la fabbrica Stellantis in provincia di Frosinone, che ha sofferto molto negli ultimi anni. Qui alla storica produzione dei modelli Alfa Romeo – Giulia e Stelvio – si è affiancata da giugno il modello Grecale di Maserati.

A chiudere il cerchio poi è la Fiat 500 elettrica prodotta a Mirafiori, Torino: quest’anno la produzione è ulteriormente cresciuta e supererà le 70mila unità. Il modello full electric resta in testa alle classifiche delle auto più vendute nel suo segmento e compensa il calo della produzione dei modelli “storici” del Biscione, in attesa del piano di rilancio in chiave elettrica che dovrebbe entrare nel vivo tra 2023 e 2024.

La produzione dell’industria automotive italiana nel suo complesso dunque cresce quasi a due cifre rispetto a un anno fa mentre registra un assestamento nei primi dieci mesi dell’anno e cala dello 0,2%. Guardando ai singoli comparti produttivi del settore, il più vivace è l’indice della fabbricazione di autoveicoli (+16,6%) accanto al comparto della fabbricazione di carrozzerie per autoveicoli, rimorchi e semirimorchi in aumento del 19,8% nel mese e del 3,4% nel cumulato. Cresce anche la fabbricazione di parti e accessori per autoveicoli e motori, del 2,9% ad ottobre e dello 0,1% da inizio anno. La produzione delle sole autovetture domestiche, secondo la rilevazione dell’Anfia, l’Associazione delle imprese della filiera, risulta in aumento del 14,9% nel mese di ottobre e del 16,6% nei primi dieci mesi del 2022.

Buone anche le performance delle esportazioni, sebbene in questo caso sotto la media registrata in Italia in generale. L’ultimo dato elaborato dal Centro Studi dell’Anfia risale a settembre 2022: l’export di autoveicoli è tornato a salire e ha registrato un incremento del 7,4%, con una bilancia commerciale comunque negativa, mentre i componenti sono cresciuti del 4,7% con una bilancia commerciale positiva per 3,7 miliardi da inizio anno.

Il 2023 vedrà ulteriormente allentarsi le tensioni sulle catene di rifornimento di semiconduttori e componenti elettronici, anche se il mercato “promette” di restare su volumi più bassi di circa un terzo rispetto alla fase precedente alla pandemia. Per la componentistica Made in Italy le incertezze arrivano tanto dal mondo Stellantis, che dovrà dare forza ai piani annunciati per Melfi e Mirafiori, ad esempio, quanto dalla transizione verso la mobilità elettrica.

«La filiera produttiva automotive puГІ contare sulla linea di continuitГ  adottata dal ministero delle Imprese e del Made in Italy rispetto all’operato del precedente governo, come confermato dal Ministro Urso in occasione del tavolo automotive convocato lo scorso 5 dicembre – mette in evidenza Gianmarco Giorda, direttore dell’Anfia – Ci sono risorse e strumenti per affrontare la transizione energetica del comparto e c’ГЁ l’intento di apportare correttivi e modifiche laddove necessarioВ».

Il riferimento è alla ricalibratura dei fondi già stanziati per gli investimenti (14 miliardi di euro tra Fondo automotive e Pnrr) e alla rimodulazione degli accordi per l’innovazione e dei contratti di sviluppo. «Riguardo ai 250 milioni di euro da noi stimati come ‘avanzo’ degli incentivi 2022 destinati all’acquisto di auto elettriche – aggiunge Giorda – abbiamo chiesto che queste risorse vengano reinvestite nel settore l’anno successivo».

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