Automotive, la ripresina d’autunno e le incognite del nuovo anno
Per spiegare la “ripresina” d’autunno che sta registrando il settore necessario far riferimento all’andamento della produzione negli stabilimenti italiani di Stellantis con la salita produttiva guidata dai nuovi modelli in produzione, a cominciare da Pomigliano dove si produce la nuova Alfa Romeo Tonale per arrivare a Cassino dove nasce il Grecale per Maserati.
Nello stabilimento campano, in particolare, durante l’ultimo incontro tra sindacati e direzione aziendale, è stato annunciato che a partire dal fine gennaio, grazie all’incremento degli ordinativi, la produzione del Tonale passerà da uno a due turni con una previsione media di oltre un migliaio di vetture prodotte al giorno, Fiat Panda compresa. Dal 9 gennaio poi arriveranno 260 lavoratori “in prestito” da altri stabilimenti italiani di Stellantis per sup-
Il trend della ripresa dei volumi in Italia riguarda anche Cassino, la fabbrica Stellantis in provincia di Frosinone, che ha sofferto molto negli ultimi anni. Qui alla storica produzione dei modelli Alfa Romeo – Giulia e Stelvio – si è affiancata da giugno il modello Grecale di Maserati.
A chiudere il cerchio poi è la Fiat 500 elettrica prodotta a Mirafiori, Torino: quest’anno la produzione è ulteriormente cresciuta e supererà le 70mila unità. Il modello full electric resta in testa alle classifiche delle auto più vendute nel suo segmento e compensa il calo della produzione dei modelli “storici” del Biscione, in attesa del piano di rilancio in chiave elettrica che dovrebbe entrare nel vivo tra 2023 e 2024.
Buone anche le performance delle esportazioni, sebbene in questo caso sotto la media registrata in Italia in generale. L’ultimo dato elaborato dal Centro Studi dell’Anfia risale a settembre 2022: l’export di autoveicoli è tornato a salire e ha registrato un incremento del 7,4%, con una bilancia commerciale comunque negativa, mentre i componenti sono cresciuti del 4,7% con una bilancia commerciale positiva per 3,7 miliardi da inizio anno.
Il 2023 vedrà ulteriormente allentarsi le tensioni sulle catene di rifornimento di semiconduttori e componenti elettronici, anche se il mercato “promette” di restare su volumi più bassi di circa un terzo rispetto alla fase precedente alla pandemia. Per la componentistica Made in Italy le incertezze arrivano tanto dal mondo Stellantis, che dovrà dare forza ai piani annunciati per Melfi e Mirafiori, ad esempio, quanto dalla transizione verso la mobilità elettrica.
«La filiera produttiva automotive puГІ contare sulla linea di continuitГ adottata dal ministero delle Imprese e del Made in Italy rispetto all’operato del precedente governo, come confermato dal Ministro Urso in occasione del tavolo automotive convocato lo scorso 5 dicembre – mette in evidenza Gianmarco Giorda, direttore dell’Anfia – Ci sono risorse e strumenti per affrontare la transizione energetica del comparto e c’ГЁ l’intento di apportare correttivi e modifiche laddove necessarioВ».
Il riferimento è alla ricalibratura dei fondi già stanziati per gli investimenti (14 miliardi di euro tra Fondo automotive e Pnrr) e alla rimodulazione degli accordi per l’innovazione e dei contratti di sviluppo. «Riguardo ai 250 milioni di euro da noi stimati come ‘avanzo’ degli incentivi 2022 destinati all’acquisto di auto elettriche – aggiunge Giorda – abbiamo chiesto che queste risorse vengano reinvestite nel settore l’anno successivo».