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Andretti e la Cadillac vogliono entrare in Formula 1 con un team americano

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Andretti e la Cadillac vogliono entrare in Formula 1 con un team americano

La Formula 1 all’americana. Andretti Global, l’azienda che fa capo alla famiglia del campione del mondo di F1 1978 , e la Cadillac uniscono le forze per creare un team che andrebbe ad aggiungersi ai dieci già esistenti in griglia. La candidatura è stata ufficialmente presentata: la scuderia, secondo i piani, avrà la base negli Usa (in Indiana) e una fabbrica di appoggio in Inghilterra.

La mossa è conseguente all’apertura del processo da parte della Fia per la ricerca di nuovi team interessati a entrare. Dietro all’operazione c’è la spinta di General Motors interessata a cavalcare il boom della F1 in America, da quest’anno saranno tre i Gp: Miami, Austin e Las Vegas. Andretti vanta una lunga storia di successo nelle competizioni a stelle strisce, soprattutto nella Indycar. Se la candidatura andrà a buon fine, la nuova alleanza sceglierà almeno un pilota statunitense. I tempi? Non prima del 2026 quando entreranno in vigore i nuovi regolamenti sulle power unit. Una svolta che ha spinto l’Audi a entrare.

«Penso che siamo ben attrezzati per entrare in Formula 1 – spiega Michael Andretti, figlio di Mario-, siamo orgogliosi di avere il sostegno di Gm e di Cadillac. Continueremo a seguire le procedure e tutti i passi della Fia». Mark Reuss, presidente del colosso di Detroit: «Abbiamo una lunga tradizione nelle corse, siamo sempre stati all’avanguardia nell’innovazione, con un partner come Andretti formeremo una squadra fantastica».

Il presidente della Federazione, Mohammed Ben Sulayem, ha subito «benedetto» l’operazione. «La manifestazione d’interesse è l’ennesima prova della popolarità e della crescita della F1 negli Usa sotto la guida della Fia». Parole che s’inseriscono nella guerra sotterranea di potere, ormai in atto da mesi, fra Place de la Concorde e Liberty Media. La F1 infatti è più cauta, negli ambienti di Liberty si parla anche di altre scuderie e di altri costruttori in trattative che per ora non vogliono scoprire le carte.

Gli ostacoli da superare non mancano: perché il numero dei team sia allargato (con conseguente redistribuzione degli introiti commerciali) c’è bisogno di un accordo fra la F1 e la Fia. Nessuna delle due entità può decidere in maniera autonoma. La nota di «benvenuto» di Liberty ad Andretti e Gm ha toni molto più freddi rispetto a quella di Ben Sulayem: «L’interesse per la F1 è grande, in questo momento sono in corso diversi negoziati con altri attori che non sono visibili come altri. Vogliamo essere sicuri che il campionato resti credibile e stabili, e che qualunque nuova squadra sia scelta in base a criteri che soddisfano i requisiti richiesti da tutte le parti in causa».

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