Ricarica auto elettriche
I due ministri, spiega una nota cinese “hanno concordato di avviare consultazioni su l’indagine anti-sovvenzioni dell’Ue sui veicoli elettrici provenienti dalla Cina ”. È stato l’inizio di tutto: la scoperta di pratiche scorrette sui prezzi dei mezzi elettrici cinesi rispetto a quelli prodotti nei paesi Ue. Il governo cinese – è stato detto a gran voce – sostiene l’industria automobilistica nazionale, ma era noto da tempo. Anzi si è riaperto il fronte dei deboli sostegni ai costruttori europei.
Contro misure e l’ombra del Wto
Le autorità cinesi in queste settimane non sono state a guardare. L’Europa è il mercato più fiorente per i mezzi elettrici e non sfugge di certo a loro l’attenzione per la strategia green sulla mobilità sostenibile. Insomma, sanno benissimo che i loro mezzi allo stato sono gli unici su cui fare affidamento. Non rinunciano tuttavia ad alzare le difese. Hanno annunciato a loro volta contro misure commerciali su beni prodotti in Europa.
In tutto il Paese è all’ordine del giorno il caso delle auto di grossa cilindrata europee. Sono beni di prestigio per autocrati e finanzieri, su cui il governo da luglio imporrà dazi del 25%. I colloqui sono partiti ,ma è esplicito il commento del ministro Wang Wentao “se la parte europea continua con ostinazione a seguire la strada sbagliata, la Cina adotterà le misure necessarie, inclusa il ricorso nell’ambito del meccanismo di risoluzione delle controversie del Wto, per difendere fermamente i suoi legittimi diritti e interessi”. Non sarà facile venirne a capo.