C’era una volta la Fiat Topolino, l’idea geniale e la storia del suo nome
È la gente a chiamare Topolino per sempre quella prima 500, nei progetti interni inizialmente battezzata da Dante Giacosa e dai suoi Zero A: Zero per ricordare la Fiat prodotta in serie prima della Grande Guerra, A iniziale di Aviazione settore dove Giacosa lavora dal 1932. E Topolino diventa per acclamazione il nome popolare della 500 fino al 1955, anno di fine produzione in attesa del cambio di marcia con la Nuova 500 che verrà svelata il 4 luglio del 1957.
Topolino è un vezzeggiativo perfetto per le forme di un’auto così simpatiche che ricordano quelle del piccolo roditore. Ha due posti più una panchetta rigida dietro dove poggiare qualche borsa o fare accomodare due bambini, perché Mussolini che ha fortemente voluto quell’auto economica (come Adolf Hitler negli stessi anni con la Volkswagen Maggiolino), spinge perché l’Italia cresca rapidamente sulla via della motorizzazione di massa. Non accade, ed è l’intero Paese a essere rimandato al dopoguerra, però la Topolino piace tanto anche se il prezzo frena le vendite. È caro: 8.900 lire, nonostante le genialità di Giacosa nel semplificare componenti e produzione. Mentre lo stipendio annuale di un operaio si aggira intorno alle 4mila lire.
Ma a pensarci, nel 1936 Fiat avrebbe potuto chiamare Topolino la sua creatura? Mussolini aveva appena conquistato l’Etiopia, la retorica bellica dell’Impero andava bene con le contemporanee Balilla e Ardita, non certo con il diminutivo di un animaletto. O peggio che mai con il nome del protagonista del fumetto di Disney, quel Mickey Mouse sbarcato in Italia nel 1932 e da noi diventato un Topolino di gran successo, al punto che nel 1938 il giornaletto non viene bandito nonostante sia straniero.
Fiat Topolino 2023 ricorda nell’impatto visivo un po’ la storia dell’antenata a sua insaputa, come una filastrocca tramandata dai nonni ai nipoti che anche per questo non si dimentica mai. Certo c’è molto colore al posto del bianco e nero, oltre a forme accattivanti e misure super mini per entrambe: l’originale aveva una lunghezza di 3,22 metri, l’erede non ha ancora un dato ufficiale ma quello della sorellina Ami è di 2,40, comunque più alta e più larga.
Ma poi, se la nuova Topolino sorride insieme alla francesina e alla cuginetta tedesca Opel Rocks-e, l’antica vetturetta scalda all’epoca i cuori inglesi. In Inghilterra le danno il soprannome di “clockwork mouse”, topolino giocattolo, Autocar la prova e ne è entusiasta mentre nel 1937 un’altra rivista della perfida Albione – The Light Car – le dedica addirittura una poesia, “Mouse Like” con “le virtù di cui un topo si può vantare”.