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Panasonic porta le sue batterie in America. Europa, batti un colpo

Dal 2025, il colosso giapponese produrrà 30 GWh di accumulatori per auto elettriche in Kansas, dando lavoro a 4.000 persone. Ue, che fai?

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La prima pietra di un grande progetto di espansione. La posa Panasonic, colosso giapponese dell’elettronica, che annuncia l’inizio dei lavori per il nuovo impianto per batterie in Kansas, negli Stati Uniti, annunciato a luglio. I cantieri apriranno a novembre e dovrebbero chiudere entro il 2025, quando la produzione di massa riceverà finalmente il via libera.

Il gigante nipponico si avvicinerà così a uno dei suoi clienti preferiti, corrispondente al nome di Tesla, a cui fornirà sempre più batterie 2170, in attesa delle super-performanti 4680. La fabbrica avrà una capacità di 30 GWh all’anno e darà lavoro a circa 4.000 persone. L’investimento complessivo è invece di 4 miliardi.

C’entra anche Biden

“Con l’accelerazione del passaggio globale ai veicoli elettrici, stiamo studiando come rafforzare la nostra produzione di batterie in Nord America e soddisfare la crescente domanda dei nostri partner del settore auto”, commenta entusiasta Kazuo Tadanobu, presidente di Panasonic Energy.

L’azienda pensa però in grande e progetta di triplicare o addirittura quadruplicare i numeri entro il 2029, concentrandosi soprattutto nel Nuovo Continente, dove sta nascendo la cosiddetta “Cintura delle batterie”. Perché proprio lì? L’idea di tutti è di accaparrarsi il più possibile gli incentivi previsti dall’Inflation Reduction Act (IRA).

panasonic porta le sue batterie in america. europa, batti un colpo La “Cintura delle batterie”

Per chi non lo sapesse o ricordasse, è il pacchetto di riforme ambientali e sanitarie voluto dal presidente Joe Biden, che prevede – tra le altre cose – bonus all’acquisto di veicoli elettrici “made in Usa” e incentivi alla produzione di accumulatori. Nel secondo caso, si parla di 35 dollari di credito d’imposta per ogni kWh di celle prodotte.

Europa, ci sei?

Tutto molto allettante per Case auto e produttori di batterie, che sentono profumo di affari negli States e preparano i piani di espansione. Ma come dice il proverbio latino, “mors tua vita mea”: se le cose vanno alla grande Oltreoceano, l’Europa deve darsi una svegliata.

Le politiche di Washington sono un serio campanello d’allarme per il Vecchio Continente, che rischia di rimanere indietro nella corsa alla mobilità sostenibile: un pericolo che non può assolutamente permettersi, anche alla luce della conferma del phase-out dal 2035. Bruxelles deve rispondere, anche se riuscisse a convincesse la Casa Bianca a fare una parziale marcia indietro. La risposta sarà un sovranismo Ue dell’auto elettrica?

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