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Suzuki Swift

Suzuki Swift Hybrid, si rinnova molto ma senza dare nell’occhio

La quarta serie della Swift, contando solo quelle arrivate a partire dal 2004 che sono nate da progetti che la Suzuki non ha condiviso con altri brand, è frutto di un rinnovamento che tocca ancora più che l’estetica le tecnologie. Infatti, il best seller della Suzuki si rimette in gioco con un abito nuovo ma rispettoso dei canoni fondamentali di quelli delle precedenti e tante novità che non balzano all’occhio. La nuova Swift si basa sulla piattaforma della precedente e mantiene le stesse dimensioni della carrozzeria, leggermente influenzate solo dal diverso disegno degli scudi paraurti. Quindi, è lunga 3,86 metri tanto da potere essere considerata in un sol colpo sia la più piccola delle compatte sia la più grossa citycar, larga 1,74 metri, alta 1,50 metri e ha ancora un passo di 2,45 metri. La linea ricorda quella delle Swift precedenti per l’impostazione generale, il profilo, le proporzioni e il padiglione flottante, ma è frutto di un design nuovo basato su superfici tese e leggere solcature sulle fiancate che raccordano il frontale e la coda. Insomma, l’outfit ha tutti gli atout per trasmettere che questa Swift è diversa da quella che ha mandato in pensione. Il distacco tecnologico è marcato e parte dal motore che a dispetto della cilindrata di 1,2 litri, e persino dell’identica cubatura di 1.197 cc, e della potenza di 83 nonché del fatto che interagisce sempre con un sistema mild-hybrid a 12 V è differente da quello della vecchia Swift perché è a tre anziché quattro cilindri, offre più coppia ai bassi regimi e grazie alla migliore efficienza termica premia il contenimento dei consumi e delle emissioni. Questa unità si interfaccia sia con il cambio manuale a cinque marce sia con l’automatico a variazione continua del rapporto e spinge anche la versione con la trazione integrale, che è una proposta rara nel settore in cui si colloca la Swift. La discontinuità tecnologica con il passato prosegue con il repertorio degli Adas sempre di livello 2 ma con sistemi di nuova generazione e arricchito da alcune funzioni e dalla connettività, che si avvantaggia di un nuovo infotainment con display da 9” con un’interfaccia grafica chiara, che integra anche il mirroring wireless per i device e permette la connessione da remoto con la vettura. Sulla nuova Swift si viaggia in un ambiente, ovviamente, adatto solo a quattro persone ma arredato in maniera moderna e in cui spicca la plancia che sembra sospesa grazie agli abbinamenti cromatici contrastanti dei rivestimenti e sulla quale campeggia il display dell’infotainment. La presentazione dell’interno, così come quella dell’esterno, non muta in funzione della versione perché la gamma in vendita a prezzi che partono da 22.500 euro prevede solo l’allestimento Top che offre, tra l’altro, anche i fari full Led, il climatizzatore automatico e, persino, i sedili riscaldati. Dal posto guida della nuova Swift a trazione anteriore con cambio a cinque marce il nuovo motore si fa subito apprezzare, perché il suo rendimento avvantaggia la guidabilità. Il tre cilindri spinge la vettura sino a 165 all’ora promettendo percorrenze medie di 22,7 chilometri con un litro, che alla fine del nostro test si sono rivelate piuttosto vicine a quelle riportate dal computer di bordo. Il tre cilindri si fa apprezzare per l’erogazione fluida e l’elasticità, che nel traffico cittadino riduce al minimo il ricorso al cambio che, dal canto suo, è di ottima manovrabilità. Dinamicamente, la rivisitazione delle carreggiate e della taratura dell’assetto nonché il peso ben inferiore ai 1.000 kg mettono d’accordo l’agilità e l’affidabilità con il confort, raramente intaccato dalla particolare tonalità con cui si esprimono i motori a tre cilindri.

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