Seat guarda avanti: “Emissioni zero e prezzi calmierati”
Tra questi spicca la crescita del marchio Cupra che le appartiene, e che ha superato tutte le più rosee aspettative. Dal lancio nel 2018, si è costantemente ampliato e sta crescendo in tutti i mercati; senza dimenticare lo sviluppo complessivo sui mercati europei e l’ampliamento della gamma prodotti. A questo si aggiunge l’impegno di Seat per la mobilità sostenibile, riducendo l’impronta di carbonio dei suoi veicoli in tutto il loro ciclo di vita e sviluppando progetti relativi all’economia circolare per l’intera filiera produttiva. Il 2022 è stato l’anno della svolta finanziaria dell’azienda, con un utile operativo aumentato di 550 milioni di euro, raggiungendo i 179 milioni di euro, prima dell’accantonamento una tantum di 293 milioni per costi di ristrutturazione; l’utile al netto delle imposte è aumentato di 324 milioni di euro, toccando i 68 milioni. Nel 2023, Seat S.A. accelererà la sua trasformazione verso l’elettrificazione e la crescita di Cupra; con il più grande investimento industriale della storia spagnola, il progetto “Future: Fast Forward”, Seat sta facendo passi da gigante, mentre Cupra consolida la propria posizione in Europa e si espande nel resto del mondo.
Ma, riguardo alla mobilità elettrica e al prossimo traguardo del 2035 fissato dai legislatori europei, Seat come affronterà le diverse situazioni dei singoli Paesi? “Il livello di adozione delle vetture elettriche in Europa effettivamente non è omogeneo”, conferma Wayne Griffiths, presidente di Seat, “in particolare Italia e Spagna presentano quote di mercato significativamente sotto la media europea che è pari a circa il 20%. Ma il futuro è elettrico e noi cercheremo di recuperare questo divario democratizzando l’offerta di veicoli elettrici non limitandola solo ai segmenti premium; e in questo senso vanno letti i forti investimenti che stiamo facendo in Spagna per la produzione di veicoli basati su piattaforme più piccole all’interno del gruppo Volkswagen, di prezzo inferiore a 25.000 euro, più accessibili. A patto che continuino anche da parte dei governi le politiche di incentivazione e di sviluppo infrastrutturale relativo alle stazioni di ricarica – prosegue Griffiths – lavoreremo sulle auto, sul loro prezzo accettabile, sulla spinta verso i governi per l’incentivazione e sul completamento dell’infrastruttura”.
In ogni caso non bisogna dimenticare la neutralità tecnologica, unita al fatto che il prossimo anno ci saranno le lezioni europee, che potranno modificare il quadro di riferimento politico. “Le regole immaginate per il 2035 faranno sì che la transizione verso le emissioni zero acceleri, così come gli investimenti a questo dedicati”, conclude Griffiths. “Dobbiamo essere aperti all’innovazione e alla neutralità tecnologica: a noi interessa di più raggiungere il traguardo delle emissioni zero, piuttosto che quello della sola auto elettrica: sono altrettanto importanti i motori ad alta efficienza o i carburanti sintetici. Insomma, dobbiamo essere aperti e non dogmatici”.