Rally-Raid. E via anche Ignacio “Nacho” Cornejo (da Honda)
Adesso à la volta di Ignacio Cornejo, detto “Nacho”, che a sua volta lancia sul social il suo addio al Team Honda Monster. In questo caso il tono è quello di una scelta personale. Honda rilancia con una breve post di ringraziamenti che altro non è che la conferma e l’accettazione della decisione del Pilota.
Ignacio “Nacho” Cornejo, cileno di Iquique, 29 anni, aveva già corso due Dakar da “privatone” con una Suzuki e una KTM, e raggiunge il Team ufficiale Honda per la Dakar del 2018. Sono sei anni di collaborazione e sette Dakar per i colori del Team Campione in carica (Ricky Brabec). Sei speciali vinte e un quarto posto come miglior risultato (ma nel 2021 Nacho si ritirò ormai in vista del traguardo finale quando era in testa). È arrivato al Team come “gregario” (o, per meglio dire, “portatore d’acqua”) ed è cresciuto professionalmente fino ad essere considerato un Pilota di punta a tutti gli effetti.
Nel suo post Cornejo annuncia anche che tra breve (leggi l’imminente Rally di Campionato del Mondo in Portogallo) rivelerà i nuovi piani della sua carriera. E lì scattano le ipotesi e le illazioni più disparate. C’è chi liquida la faccenda collegando la cronologia dei post di Price e di Cornejo e ipotizzando uno scambio di casacche.
C’è chi proietta il cileno nel Team Hero di Wolfgang Fischer (magari per rimpiazzare un Ross Branch indirizzato verso KTM). Trovo la prima ipotesi assai fantasiosa. Innanzitutto quella di Price sembra essere una doccia fredda e quello di Cornejo un programma. Poi vedo più verosimile una riduzione dell’”organico” di Honda (che ha già Brabec, Quintanilla, Howes e Schareina), mentre KTM avrebbe semmai bisogno di un pezzo da 90 in grande progressione e che abbassi l’età media della sua formazione (con i vari colori del Gruppo restano oggi Sunderland, Sanders, Walkner, Kevin e Luciano Benavides (campione del Mondo in carica)), e francamento questo “giovane” non mi sembra possa essere Nacho. L’ipotesi Hero è più verosimile, ma sarebbe allora più pertinente pensare che Price (peraltro incline a correre in auto), ferito nell’orgoglio, decidesse di correre la Dakar ancora in Moto e trovasse una sistemazione eccellente con la Marca indiana, la cui 450 Rally si è dimostrata molto competitiva (secondo posto alla Dakar con Branch e vittoria all’ADDC con il sudafricano Mare).
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In collaborazione con Automoto.it