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QJ Motor, primi km in sella alle adventure SRT 700 X e SRT 800 SX

qj motor, primi km in sella alle adventure srt 700 x e srt 800 sx

Quando arriva un nuovo marchio le domande sono tante. Sulla sua origine. Sulla gamma, più o meno ampia e interessante. Sulla proposta commerciale, quindi sui prezzi. Senza dimenticare gli obiettivi di breve, medio e lungo termine.

qj motor, primi km in sella alle adventure srt 700 x e srt 800 sx

QJ Motor, primi km in sella alle adventure SRT 700 X e SRT 800 SX

Nel caso di QJ Motor ad alcune domande è facile rispondere. QJ Motor fa parte della galassia Geely, società molto strutturata, con molteplici aree d’azione e numeri importanti. Tanto per dare un’idea delle dimensioni, Geely è proprietaria di Lotus e Volvo, grandi nomi nel mondo dell’automotive, nonché dell’emergente Polestar. Tra le moto, invece, finora è stata la pesarese Benelli a rappresentare l’offerta sul mercato europeo e italiano in particolare. Ma le cose stanno rapidamente cambiando con l’arrivo di QJ Motor direttamente da noi, non con una filiale ma con una società dedicata alla commercializzazione della gamma sul territorio nazionale.

Obiettivo Europa?

A cosa si deve lo sbarco in Italia? La risposta non è scontata, perché se è vero che ogni mercato può essere – o diventare – rilevante, è altrettanto sicuro che i volumi potenziali del nostro non sono paragonabili a nazioni più popolose, Cina in primis. Uno dei motivi alla base della nuova iniziativa commerciale potrebbe essere la rilevanza d’immagine dell’Italia e più in generale dell’Europa. Quello che succede da noi – ancora meglio, ciò che piace da noi – può avere un riflesso positivo anche in Cina: l’Italia, infatti, è il palcoscenico ideale per dare visibilità a modelli da vendere in massa su altri mercati.

5000 moto in Italia nel 2024

Quali sono gli obiettivi per l’Italia? I risultati attesi per il 2024 sono nell’ordine di qualche migliaio di pezzi, da 3000 a 5000. La rete di concessionarie è stata definita, le consegne stanno iniziando. La gamma è particolarmente ampia, dato che si estende su 22 modelli, che spaziano dalle adventure alle custom, abbracciando molti segmenti, compresi gli scooter e le supersport di media cilindrata.

L’anteprima stampa si è concentrata proprio sulle Adventure, la categoria potenzialmente più interessante per i motociclisti italiani. In particolare sono tre i modelli, due dei quali sono proposti in versione con ruota anteriore da 17″ e da 19″, cioè SRT 800 S e SX, SRT 700 e 700 X; la SVT 650 arriva con ruota da 19″.

SRT 800 SX, l’ammiraglia

La SRT 800 nelle varianti S e SX è stata presentata all’EICMA 2023 come modello al vertice della gamma QJ Motor. Il design non lascia dubbi sulla destinazione della moto, caratterizzata da volumi equilibrati. Facile distinguere la versione S con ruota anteriore da 17” perché monta cerchi a razze, a differenza della SX che invece sfoggia i raggi e la ruota anteriore da 19”. La SX è sicuramente la versione più interessante, anche perché la ruota di maggior diametro garantisce una guida più versatile, sia su strada sia sullo sterrato leggero – la classica strada bianca – dove abbiamo avuto modo di provarla tra le colline del Piacentino. La moto viene proposta di serie con il set di valigie e bauletto; della dotazione fanno parte sia le manopole sia la sella riscaldabili.

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Il motore di 799 cc è un bicilindrico in linea frontemarcia, con distribuzione a doppio albero a camme in testa e 8 valvole. I valori dichiarati di potenza e coppia massima si attestano rispettivamente a 92 CV a 9000 giri e 77 Nm a 8000 giri. Il serbatoio del carburante con i suoi 24 litri ha una capienza da adventure. I gruppi ottici sono entrambi full LED e i comandi al manubrio sono retroilluminati. La strumentazione da 7” di diagonale è costituita da un pannello TFT a colori.

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Componentistica italiana

Uno sguardo alla ciclistica, incentrata sul telaio in tubi di acciaio. C’è un nome italiano per la forcella, Marzocchi, che equipaggia la SRT 800 SX ma non è regolabile, a differenza del monoammortizzatore la cui risposta può essere personalizzata nel precarico della molla. Il reparto freni è prerogativa di Brembo, che fornisce le pinze radiali anteriori e la pinza posteriore, mentre Sunstar e Bosch si occupano rispettivamente di dischi e ABS. QJ, anche per ragioni di marketing, sceglie componentistica di marchi noti, un indubbio richiamo per i motociclisti europei. Se ne ha conferma per gli pneumatici, che sono Pirelli per la SRT 800 S e Maxxis per la SX (Metzeler per la SVT 650).

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I prezzi sono competitivi, anche se per la SRT 800 X si avvicinano alla soglia psicologica dei 10.000 euro, con i suoi 9.590 euro franco concessionario; la versione più stradale, cioè la S con ruota anteriore da 17” e i cerchi a razze, costa 8.880 euro.

Messa a punto da rivedere

Con pochi chilometri di rodaggio all’attivo, la SRT 800 X che ho provato, completa di valigie e bauletto (di serie), si è dimostrata a corto di messa a punto generale, in particolare nel comparto freni: quello posteriore è poco efficace e con una corsa del comando a pedale eccessiva; l’anteriore, invece, pecca di mordente nella prima fase di funzionamento e deve essere “strizzato” per ottenere una decelerazione adeguata. La posizione di guida è la più comoda tra le tre adventure QJ Motor: la sella a 835 mm da terra rende facilissimo toccare con entrambi i piedi – cosa molto positiva in manovra, visto il peso di 263 kg – e in generale l’inserimento nel veicolo risulta meno sacrificato rispetto alle altre due adventure, che scontano pedale alte e selle basse. Sulla 800 le pedane non sono certo basse – e tra l’altro vibrano – ma c’è un po’ più spazio per muoversi. Nella guida questa enduro stradale si dimostra abbastanza equilibrata, per quanto la risposta delle sospensioni sia stata messa a dura prova dall’asfalto insidioso che caratterizza le strade dell’Appennino piacentino. L’avantreno garantisce un appoggio solido, che permette di approcciare le curve con discreto ritmo. Uno sguardo alla strumentazione: bene la dimensione del pannello, meno la leggibilità in condizioni di luce diretta, penalizzata probabilmente da un TFT non particolarmente luminoso. La navigazione nei menu non è intuitiva perché è prima necessario imparare che i due tasti (Select ed Enter) hanno funzioni diverse: facile da dire, meno da ricordare durante la guida. Utile l’indicatore della pressione pneumatici, da rivedere invece la grafica da videogioco anni 80. C’è anche la possibilità di fare mirroring con lo smartphone, opportunità interessante che richiede il download di un’app (Carbit Ride) e la scansione del QR Code. Nel complesso la moto sembra essere un po’ acerba, oltre a scontare scelte incomprensibili come il fatto di essere l’unica delle tre a montare una forcella non regolabile.

SRT 700 X, l’alter ego

Ho avuto l’occasione di percorrere qualche chilometro in sella alla SRT 700 X. Si tratta della copia della Benelli TRK 702, o viceversa. In questo caso il prezzo è il punto di forza: 7.250 euro per la versione con ruota anteriore da 17” e 7.490 euro per la SRT 700 X con cerchi a raggi e ruota anteriore da 19”. La dotazione è ricca quasi quanto quella della 800: gruppi ottici Full LED, manopole e sella riscaldabili. La strumentazione TFT a colori ha un display meno ampio, da 5” invece che da 7” e non c’è il sensore di pressione pneumatici. Il bicilindrico in linea di 698 cc tocca quota 72 CV di potenza a 6500 giri e 67 Nm di coppia a 5250. Il telaio in tubi di acciaio è abbinato alla forcella a steli rovesciati con steli di 50 mm, regolabile in compressione, e al forcellone con disegno a banana sul lato destro, a sua volta collegato al mooammortizzatore regolabile nel precarico della molla. L’impianto frenante prevede pinze Brembo radiali anteriori su dischi di 320 mm di diametro; l’ABS è fornito da Bosch. Il kit di valigie in alluminio è di serie.

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Nel caso della SRT 700 X il confronto con la Benelli TRK 702 è inevitabile, visto che il prezzo è identico come anche gran parte della dotazione. La posizione di guida sconta lo spazio relativamente ridotto tra la sella e le pedane, con il risultato che può diventare fin troppo costrittiva già per persone di media statura, a maggior ragione per i motociclisti alti. Per i commenti alla guida vi rimandiamo a un test più approfondito ma nel frattempo può essere utile guardare il video dedicato alla Benelli TRK 702.

Sarà un successo?

Ha senso proporre in Italia un modello che di fatto è l’alternativa alla Benelli TRK 702, moto che ha continuato il successo della 502, vero e proprio bestseller? QJ Motr non venderà tramite le concessionarie della rete Benelli, ma il confronto è inevitabile. Sulla TRK il set di valigie è in regalo fino al 30 aprile, mentre è di serie sulla QJ Motor. Ma la sostanza è la stessa. Per quale motivo, quindi, un marchio al momento poco noto da noi dovrebbe conquistare un cliente che ha come alternativa un marchio formalmente italiano come Benelli? Probabilmente è necessario allargare lo sguardo al mercato europeo, dove Benelli non è nota come in Italia. QJ Motor potrebbe aver deciso di investire sul marchio in prospettiva europea, invece che destinare risorse per accrescere la notorietà internazionale di Benelli. In Italia, però, il dubbio su questa strategia di marketing resta. Ed è un grosso dubbio.

Una nota finale sulla SVT 650: il bicilindrico a V è indubbiamente più interessante rispetto ai due motori in linea di SRT 700 e 800. E anche il design emerge rispetto a tante proposte molto simili tra loro. La moto ha 76 CV di potenza, costa 7.490 euro e ha la sella a 795 mm. Potrebbe diventare la sorpresa nella gamma QJ Motor per l’Italia?

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